Spy Kids, recensione

Dopo aver realizzato Desperado e Dal tramonto all’Alba, ed essere diventato un personaggio minimamente conosciuto, Robert Rodriguez decise che era giunto il momento di cambiare leggermente genere e di cimentarsi in un genere leggermente diverso, ma che avrebbe continuato a proporre anche successivamente: l’avventura parafantascientifica.

Non si può cominciare senza dire che fondamentalmente Spy Kids è un film per ragazzi. Racconta le vicende  della famiglia Cortez, dove i due genitori Gregorio (Antonio Banderas) e Indrid, sono delle ex-spie di altissimo livello che hanno deciso di ritirarsi a vita privata per tirar su famiglia. I due figli Carmen e Juni ad un certo scoprono il passato turbolento dei genitori e, costretti dalle circostanze, a seguire i loro passi. Ne seguirà una spassosa avventura con i due ragazzi come protagonisti.

In questo film Robert Rodriguez da il meglio di sé e usa i suoi attori preferiti proponendo qua e la le inquadrature e il ritmo tipici dei suoi film. Abbiamo quindi la possibilità di vedere in azione Danny Trejo e Cheech Marin che interpretano lo zio Machete e lo zio Felix che in qualche modo interpretano sempre un po’ loro stessi. E c’è anche il già citato Antonio Banderas che lascia i panni del vendicatore disperato per assumere un ruolo decisamente più leggero, quasi comico.

In Spy Kids il regista fa anche un inaspettato uso di effetti digitali, neanche tanto discreti. Alcuni personaggi sono proprio realizzati in computer grafica, altre volte viene usata in maniera piuttosto disinvolta per portare sullo schermo gadget improbabili e ambientazioni strampalate. In generale gli effetti sono da vero B-Movie, al limite della decenza, anche se l’intento è forse proprio quello perché il risultato è quello di dare al film un certo tocco cartoonistico.

Nel complesso quindi la storia dei Spy Kids prosegue quindi senza intoppi e con un buon ritmo e il film è in generale molto godibile. Particolarmente apprezzabili il cattivo Fegan Floop e la sua spalla Alexander Minion dotati di ottima caratterizzazione che va al di la del loro semplice intento criminale.

Tornando un attimo alla vena parafantascientifica di Rodriguez è un argomento interessante che sembra emergere ogni tanto nella produzione del regista. Infatti oltre agli altri 3 episodi di Spy Kids abbiamo un riferimento anche nel trailer finale di Machete Kills intitolato Machete Kills Again, in Space! e che vede il buon Machete impugnare un Machete laser. A mio parere rende molto meglio quando trova modi originali per far spruzzare sangue e recidere arti, però l’artista va preso nel suo complesso.

Quindi, se vi capita, provate pure a vedere Sky Kids, difficilmente rimarrete delusi da questo film ignorante.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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