Dinosaur from the deep, recensione

Dinosaur from the deep

È appena passato il 1993 e Steven Spielberg ha appena stupito il mondo con gli effetti speciali di Jurassic Park. Oltre a riportare all’attenzione i dinosauri, che ormai erano dimenticati dai tempi di Dinosaucers, ha anche generato una serie di b-movies che riprendevano lo stesso filone usando un centesimo del bugdet con effetti devastanti sul cervello di chi tenta di vederli, come Dinosaur from the deep.

Qualche tempo fa abbiamo già recensito Carnosaur, film di una ignoranza notevole, che però diciamo si mantiene ancora all’interno di una fascia di decenza. Dinosaur from the deep è invece una realizzazione di un trash indefinibile, fatto tanto per farlo e non si capisce bene perché.

Incominciamo dalla trama ambientata nel 2004. In questo futuro il mondo è messo in pericolo da un criminale e omicida incallito (Guy Godefroy) cattivissimo, dotato di risata malvagia e di una bandana giapponese che non verrà mai spiegata. Una volta catturato con grande sforzo e dispendio di mezzi lo si vorrebbe giustiziare, ma in questo ipotetico 2004 la pena di morte è stata purtroppo abolita. Non sapendo che pesci pigliare si decide di mandarlo in un passato remoto, al tempo dei dinosauri, per eseguire la sentenza. Già che ci sono si decide di affiancare a questa missione di morte anche una spedizione scientifica che studi gli antichi rettili condotta dal professor Nolan (Jean Rollin) a cui si aggiungono la moglie (Sylvaine Charlet), uno scienziato pazzo, un fotografo, un avvocato e altra gente.

Il viaggio nel tempo avviene per mezzo di una nave spaziale e infatti, se non si conosce la trama, sembra che i personaggi vengano portati su un altro pianeta e non sulla terra primordiale. E una volta arrivati i dinosauri si dimostrano molto poco pacifici causando il panico dell’equipaggio sceso a terra e dando la possibilità al criminale di scappare e di invertire i rapporti di forza.

Non si capisce bene per quale motivo, ma ad un certo punto salta fuori anche una ragazza delle caverne (Quelou Parente) che parla un francese corrente, è vestita come i Flintstones e si allea col criminale aiutandolo a imprigionare gli altri. A questo punto del film si svolge una scena che oserei definire epica e che è qui riprodotta.

Alla fine muoiono quasi tutti mangiati dai dinosauri di cartone, tranne il professore Nolan e la moglie che riescono a farsi recuperare dalla nave spaziale rimasta sulla Luna (forse, non è molto chiaro) e riescono a ritornare addirittura al presente. Una scritta (in inglese) a fine film ci racconta che Nolan sarà internato in manicomio perché continua ad affermare di aver incontrato i dinosauri.

È da sottolineare che la trama non è l’aspetto peggiore del film, anzi lo spunto sarebbe anche sufficiente a farne un film interessante. L’aspetto peggiore sono gli effetti speciali assolutamente ridicoli. Fare un film basato sugli effetti speciali con un budget che permette di realizzare solo dei modellini di stoffa e cartapesta è terribile e allo stesso tempo esilarante.

Dinosaur from the deep

Per cui nel corso del film vedremo delle interessantissime inquadrature di sottobosco, poi i personaggi attaccati dalla testa di un dinosauro fatta di stoffa e poi delle animazioni in stop-motion con dei dinosauri fatti di plastilina posizionati in un’ambientazione completamente avulsa dal resto. Veramente spettacolare!

Inoltre il film è intramezzato da momenti inutilmente splatter: occhi cavati, arti tagliati, il tuo fatto assolutamente male e in maniera totalmente non realistica. Z-Movie a tutto spiano!

Se volete farvi del male guardatevi quindi questo film ignorante e molto brutto. Purtroppo esiste sono in francese, ma lo potete vedere tranquillamente su YouTube. Probabilmente vi renderete conto di aver perso un’ora e mezza della vostra vita, ma vi sarete anche fatti tante risate per i tanti momenti ridicoli del film.

https://youtube.com/watch?v=2EF7weWmdvU

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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