Geostorm, trama e recensione

Geostorm
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In un futuro prossimo il clima del pianeta Terra è irrimediabilmente compromesso e l’umanità ha finalmente deciso di collaborare per trovare una soluzione, un sistema di controllo globale che risolve ogni problema. Ma non passa molto tempo che qualcuno decide di trasformare il tutto in un’arma creando il Geostorm.

Il nostro destino è una tempesta globale

Jake Lawson è il fisico più figo che l’umanità abbia mai avuto. Questo perché in un futuro prossimo il clima è andato totalmente in vacca e l’unico modo di salvare l’umanità è stata quella di mettere tutti d’accordo e costruire una specie di titanica maglia attorno al pianeta in grado di influenzare il clima e quindi di gestirlo come piace a noi, il Dutch Boy. E Jack Lawson era appunto a capo del progetto.

Alcuni anni poco però lo stesso Jake Lawson è davanti ad un tribunale per aver preso delle decisioni in autonomia che secondo la corte non gli spettavano e di conseguenza gli viene revocato il controllo sul sistema, affidandolo a suo fratello Max.

Passando ancora alcuni anni e apparentemente il Dutch Boy impazzisce uccidendo di gelo alcuni afghani. Qualche giorno dopo invece un improvviso aumento estremo di temperatura causa delle vittime a Hong Kong. Preoccupato dagli eventi Max Lawson decide di richiamare in servizio il fratello maggiore, che nel frattempo di arrangiava come meccanico. Dopo poco tempo però risulta evidente che il problema non è un malfunzionamento, ma un vero e proprio sabotaggio!

Geostorm, disaster movie e film disastro

Con un budget di circa 120 milioni di dollari è possibile fare un bel lavoro. Una trama interessante, attori discreti, effetti speciali nella norma e un risultato finale decoroso. Magari non sarà possibile fare sempre un film all’altezza di 2012 o San Andreas, ma bisogna sapersi anche accontentare.
Invece in Geostorm sembra che ci sia stato un brain storming (tanto per rimanere in tema) e poi si è deciso di buttare insieme un po’ tutto alla rinfusa.

Eppure il casting è stato importante. Il protagonista è quel Gerard Butler che ricorderemo sempre come il Re Leonida di 300.  Poi c’è anche Ed Harris che fa il cattivo, anche se lo si vede poco, e Andy Garcia nel ruolo del presidente. Forse non un cast stellare, ma comunque qualcosa di cui andare abbastanza fieri.

Si parte quindi da una base fantascientifica molto fantasiosa, con l’umanità che tra qualche anno è in grado di costruire una rete di satelliti in grado di modificare attivamente il clima, migliaia di enormi satelliti in grado di far piovere e di fare bel tempo, a proprio piacimento. Un’ipotesi molto ottimista, ma che ci può stare, anche se appena sufficientiun po’ da fantascienza anni ’60. In questo contesto stupisce ugualmente che ci siano centinaia di Space Shuttle che traghettano le persone verso lo spazio come se fosse un servizio pubblico. Ad un certo punto Jack Lawson arriva a Cape Canaveral, quasi non si cambia d’abito e da solo viene spedito nello spazio con uno Space Shuttle. Poco realistico.

Come poco realistico è tutto il discorso dello stesso Geostorm, che sarebbe una tempesta globale di immane potenza, priva di qualsiasi spiegazione, come se fosse un trick da sbloccare.

La nota più dolente del film è però il cattivo. Il cattivo che sarebbe il segretario di stato Leonard Dekkom interpretato da Ed Harris, tanto cattivo da voler distruggere mezzo mondo per… diventare il padrone della Terra. Tutto qui? Cioè, non è che sia poco, ma è un po’ ridicolo in un film del genere. Possibile che non sia venuta un’idea migliore?

Cercando ugualmente qualcosa di positivo si rimane comunque delusi. Gli effetti visibili non sono nulla di eccezionale, le musiche non si notano, ma soprattutto gli eventi scorrono senza lasciare troppo il segno, con i personaggi che fanno quello che devono fare, senza sbattersi troppo.

Peccato, peccato davvero, ma nel 2017 non si può fare un disaster movie come se fosse stato ideato cinquant’anni fa, ma personaggi scialbi, effetti visivi discreti e una storia strampalata sono più da b-movie. Ecco, Geostorm è un b-movie ad alto budget. Tutto qui.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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