Taken 3 – L’ora della verità, recensione

Taken 3

A volte, stranamente, torna una curiosa nostalgia nei confronti del cinema d’azione degli anni ’80, quando c’erano scene di violenza ignorante e l’eroe, un tipo tostissimo, ne esce sempre praticamente illeso. Ecco, Taken 3 è una specie di operazione nostalgia. E ci piace abbastanza.

Questo è il primo film della serie che vedo e quindi sarà valutato senza considerare i primi due episodi. Certo, forse non è il miglior modo di fare le cose, ma così abbiamo anche la possibilità di valutare il film per quello che è e non per quello che ci si aspetta che sia. Tutto quello che so di Taken e di Taken 2 è che c’è sempre un qualche rapimento, prima della moglie, poi della figlia, o il contrario, non che importi a qualcuno.

Attore principale di Taken 3 è Liam Neeson. Ora, si tratta di un buon attore, rimasto nell’immaginario collettivo soprattutto per Schindler’s List, ma la realtà è che ha interpretato decine e decine di ruoli, non sempre di qualità eccellente. Vederlo in un ruolo d’azione, quando poi ha già passato i 60 anni, non è proprio il massimo, ma considerando che siamo tutti fan di Sylvester Stallone non è che poi ci possiamo lamentare più di tanto.

La trama è quella classica della superignoranza: il protagonista subisce un torto (nella fattispecie cercano di incastrarlo), lui si incazza e va, da solo, contro un esercito seminando morte, distruzione e pestilenza. E non bastano dei super cattivi, come un ex-agenti Spetsnaz, a fermarlo, specie se è armato di pistola.

Si passa quindi da una situazione all’altra in cui l’eroe si lancia, forse inultimente, in situazioni pericolosissime e da cui esce puntualmente illeso. Addirittura si fa arrestare sapendo di poter evadere in qualsiasi momento, scarica tranquillamente dei dati usando diverse app molto specifiche (iScaricaDatabasePolizia, iScaricaDatiGPS) sul suo smartphone taroccato, si fa inseguire dalla polizia e così via. Tutto ignorante insomma.

D’altra parte se alla regia c’è uno che si chiama Oliver Megaton non puoi aspettarti altro che un sacco di esplosioni. E in effetti ci va proprio pesante facendo esplodere automobili, anche quando banalmente capottate, come non vedevo da anni!

Assolutamente da capolavoro anche alcune scene di raccordo in cui, per esempio, spiega come Liam Neeson abbia potuto salvarsi da una delle situazioni: una serie di inquadrature psichedeliche in cui non si capisce niente se non che si sia salvato.

Purtroppo quella delle inquadrature psichedeliche è una delle pecche del film. Tutte le scene d’azione sono estremamente zoomate, per cui puoi cogliere il numero di punti neri sul nasone di Liam, ma non riesci a vedere niente. Anche le scene di inseguimento in auto, che non sono poche, sono realizzate in questo modo. È un modo di fare veramente antipatico perché sembra che che accadano cose incredibili, ma di fatto non riesci a vedere nulla.

Altra questione discutibile è di mettere in scena la battaglia col primo boss quando quest’ultimo è in mutande. Una perdita di stile pazzesca e forse anche un po’ troppo ridicolo. Non si capisce poi perché dal suo corpo colpito da due proiettili non esca neanche una goccia di sangue. Forse perché era steso? Boh.

Insomma, in sintesi Taken 3 non è John Wick, ma è comunque un bel film d’intrattenimento, con tante esplosioni, migliaia di proiettili, scazzottate, momenti ignoranti e tutto quello che può renderlo divertente. Probabilmente manca un po’ di originalità e forse i personaggi avrebbero avuto bisogno di un po’ di carisma in più, ma va abbastanza bene anche così.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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