Sharknado 2 – The second one, recensione

Sharknado 2 - The second one
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Incredibilmente e in barba a qualsiasi critica il primo Sharknado ha goduto di quel tanto di successo che gli basta per meritarsi un sequel fatto con gli stessi ingredienti, una maggiore cura nella produzione, ma un ritmo forse un po’ meno cadenzato. In ogni caso si tratta di un film da avere nelle propria cineteca ignorante.

Francamente trovo incomprensibile perché Sharknado non abbia quel successo interplanetario che si meriterebbe e perché la distribuzione del film sia così lenta. Anche il primo episodio è arrivato in Italia solo in DVD e solo 8 mesi dopo l’uscita negli USA. Se anche ogni sala cinematografica gli dedicasse la sala più capiente avrebbe ancora la fila fuori. Almeno questo è quello dopo aver visto il trailer di Sharknado 2.

In breve la trama prevede che Fin (l’eroe interpretato da Ian Ziering, indimenticabile Steve di Beverly Hills 90210) e April (la sua ex-moglie con cui però sta di nuovo insieme) vada a New York a trovare sua sorella perché lui in realtà è newyorkese. Devono essere passate solo pochi mesi dai fatti precedenti e Fin è diventato nel frattempo una specie di eroe nazionale, con la gente che lo ferma per strada per farci il selfie o per chiedere anacronisticamente l’autografo sul suo libro Come sopravvivere ad un Sharknado, che incredibilmente si può comprare veramente su Amazon!

In ogni caso non fa in tempo ad arrivare che il meteo estivo su New York passa da “piena estate” a “sharknado” e cominciano i guai. Fin è l’unico a sapere come affrontare la questione e non spoilero niente se dico che la soluzione preveda delle grosse esplosioni. Così, tra uno squalo e l’altro, assisteremo le disavventure dei protagonisti mentre cercano di schivare gli squali che piovono dal cielo.

Come detto Sharknado 2 contiene gli stessi ingredienti che abbiamo già trovato in Sharknado, solo leggermente rimescolati. Soprattutto ritroviamo l’elemento chiave che ci ha fatto divertire di più, ovvero la motosega, l’attrezzo fondamentale per ogni film che pretenda di essere un po’ splatter. Ricordiamo, tra le tante, quella di Ash Williams de L’armata delle Tenebre innestata direttamente sul braccio monco (e in Sharknado 2 c’è una specie di citazione) o qualla magistrale nella scena finale del remake de La Casa del 2013. Insomma, questo per dire che la motosega sta allo splatter come l’elicottero sta al film d’azione.

Ritroviamo anche tutte le incongruenze e le assurdità tipiche dei film della The Asylum, casa di produzione che ricordiamo anche per capolavori come Mega Python vs Gatoroid. C’è la qualità delle riprese che è aumentata, infatti si nota un maggior impiego di mezzi e di comparse e sono invece sparite le scene di repertorio che tanto ci erano piaciute. Rimangono però gli effetti speciali altalenanti tra il discreto e lo scadente e le inquadrature ampie in cui si tenta in qualche modo di mascherare il fatto che le riprese siano state fatte in pieno sole quando nella finzione ci si ritrova in mezzo ad una tempesta di squali. Ritengo però che si tratti di un valore aggiunto. Per non parlare della logica e della fisica che vengono costantemente ignorate, ma è il bello di questo genere.

Nota un po’ negativa è invece il ritmo. In Sharknado 2 c’è un inizio veramente scoppiettante con una scena di ignoranza pura e priva di qualsiasi logica, poi c’è una fase interlocutoria che dura fin troppo considerando che lo sharknado è già praticamente sopra la grande mela. Poi, per fortuna, l’ultima mezz’ora è un crescendo di azione e divertimento fino al finale completamente fuori di testa. Il fatto che proprio alla fine Fin salti una ringhiera invece di fare quattro gradini per raggiungere April è solo la ciliegina sulla torta.

Insomma, se avete visto Sharknado apprezzerete sicuramente anche Sharknado 2. Se non lo avete visto potete anche vedere prima questo e poi il primo, tanto la trama c’è solo per modo di dire. E sappiate che c’è anche il wrestler Kurt Angle, che è una specie di bollino di qualità!

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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