Spy Kids 3 Missione 3D – Game Over, recensione

Non c’è due senza tre e se si trova qualcosa che funziona allora è giusto insistere. O forse no? Per Robert Rodriguez sì perché dopo Spy Kids e Spy Kids 2 decise di donare al mondo anche il terzo episodio, rimaneggiandone alcuni aspetti e riducendo quasi tutti i personaggi a semplici comparse. Il risultato, per quanto leggermente confuso, è comunque sufficientemente carino e parecchio tamarro.

È passato qualche tempo dagli avvenimenti di Spy Kids 2 e Juni è ora un investigatore privato che trova lavoro per conto suo e non ne vuole più sapere dell’OSS, l’organizzazione mondiale di spie, che tenta periodicamente di richiamarlo ufficialmente in servizio.

Un giorno però succede che il Giocattolaio, interpretato incredibilmente da Sylvester Stallone, ha realizzato “Game Over”, il videogioco definitivo con cui conquistare le menti dei giovani del mondo perché «Chi controlla i ragazzi controlla il futuro». Carmen Cortez viene inviata nella beta del gioco, ma fallisce la missione e viene data per dispersa. Finalmente l’OSS riesce a contattare Juni e lo invia a sua volta alla ricerca di Carmen e con la missione di impedire al Giocattolaio di uscire dal mondo virtuale in cui si trova anche se «Non ci ricordiamo perché l’abbiamo confinato lì, è passato troppo tempo». Juni affronterà quindi una serie di prove fino a giungere al quinto livello dove tutta la storia troverà il suo perché.

In questo Spy Kids 3 il regista rimaneggia un po’ le colonne su cui si erano basati i primi due episodi. Papà Gregorio, mamma Ingrid, zio Machete e zio Felix fanno solo una comparsata nella delirante sequenza finale. A questi si aggiungono anche Floop, Minion, Romero a rappresentare l’idea di “famiglia allargata” tanto cara a Rodriguez. Di fatto però metà film è retto dal solo Juni e a Carmen è lasciata una parte abbastanza secondaria.

Si assiste quindi a quella che sembra essere uno strano mix di diversi film. Spy Kids 3 sembra quasi essere un miscuglio fatto di: Tron, Matrix e Nirvana di Salvadores. Il risultato è abbastanza divertente anche se il ritrmo della narrazione tende a zoppicare parecchio. In ogni caso c’è il massimo uso di effetti speciali visto che quasi tutte le scenografie sono realizzate in digitale in maniera discreta, soprattutto considerando il budget del film.

Curiosamente Spy Kids 3, malgrado fosse stato abbastanza mazzuolato dalla critica, divenne campione di incassi.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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