Sharknado 3 – Oh hell no!, recensione

Sharknado 3 - Oh hell no!
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Non c’è due senza tre, verrebbe da dire. E infatti The Asylum non ci ha deluso portando sugli schermi il terzo episodio della serie Sharknado continuando nell’iperbole di assurdità che raggiungono vette di idiozia veramente notevoli. Viene da chiedersi se la sanità mentale degli sceneggiatori non sia stata irrimediabilmente compromessa con Sharknado 3.

Uno Sharknado su Washington DC

La storia di Sharknado 3 racconta di fatti che avvengono poco tempo dopo quelli di Sharknado 2. Fin Shepard è ormai un vero e proprio eroe nazionale e anche il Presidente in persona, che ormai  è quasi suo amico, lo onora decorandolo con la più importante medaglia al merito civile per le imprese eroiche di Los Angeles e New York.

Ma il pericolo è sempre in agguato e ben presto i cieli di Washington DC si oscurano a causa dell’ennesimo Sharknado! Fin e il Presidente combattono per salvarsi la vita, mentre decine di persone dello staff vengono fatte a pezzi, e poi lo Sharknado si dissolve misteriosamente.

A questo punto Fin cerca disperatamente di raggiungere il parco dei divertimenti di Orlando per ricongiungersi alla moglie April, incinta del loro figlio, alla figlia Claudia e alla suocera May (Bo Derek).
Sulla strada viene però sorpreso dall’ennesimo Sharknado da cui uscirà vivo solo grazie all’intervento di Nova e del tuo scudiero Lucas. Il duo, che sembra appena uscito da Mad Max, decide di aiutarlo a raggiungere  Orlando mettendo a disposizione il loro camper corazzato.

Sharknado 3 Camper

Nel frattempo a Orlando la giornata di April, May e Claudia prende una brutta piega a causa dell’ennesimo Sharknado che semina il panico. Ma le combattive April, con motosega integrata nel braccio sinistro artificiale data la mutilazione subita in Sharknado 2, e Claudia Shepard, che ha i geni combattivi del padre, riescono a sopravvivere.

Fin, Nova e Lucas sono in viaggio, ma un ponte crollato sembra dover impedire al gruppo di raggiungere la meta. Però Fin sa che nelle vicinanze si trova una base militare e pensa che potrebbero scroccare un aereo. In effetti la base c’è e al comando c’è un suo amico che gli consegna quasi subito le chiavi di un vecchio aereo supersonico da esercitazione. L’arrivo di uno Sharknado fa però precipitare la situazione e il decollo di Fin e Nova sarà possibile solo grazie al drammatico sacrificio di Lucas.

Arrivati a Orlando, dove lo Sharknado non è mai finito, Fin si ricongiunge con i suoi famigliari. Ma la situazione è veramente drammatica perché tutta la costa est degli Stati Uniti è flagellata dagli Sharknado e non basteranno delle piccole esplosioni per fermali. Esclusa l’opzione di usare le bombe nucleari, non rimane che usare i razzi dello Space Shuttle per causare un’esplosione colossale che dovrebbe risolvere la situazione.

Fin va quindi a trovare Gil Shepard (David Hasselhoff), suo padre, nonché dirigente della NASA in pensione e tutti insieme si recano a Cape Canaveral dove, in mezzo agli squali, riescono a far decollare lo Space Shuttle e a portare a termine il loro progetto, che però fallisce miseramente perché le esplosioni dei razzi non sortiscono effetti.

A questo punto Gil decide di fare uso del satellite dello Stategic Defence Initiative, un satellite dotato di potente raggio laser. Sarà però necessario sacrificarsi perché lo Shuttle non ha il carburante per recuperarlo e portare tutti sulla Terra. Ma per Gil non è un problema perché così lui potrà morire nello spazio che fino ad allora non aveva mai potuto raggiungere.

Alla fine, nonostante uno Sharknado spaziale che danneggia lo Shuttle,  il laserone distrugge lo Sharknado 3 e la Terra è salva. Fin e April tornano a terra usando uno squalo come navicella di rientro con April che nel frattempo riesce anche a partorire e addirittura Gil è salvo sulla Luna. Proprio sul finale però un detrito dello Shuttle uccide April.

Shaknado 3 è pieno di idee assurde

Come si evince dalla trama di Sharknado 3 gli sceneggiatori hanno lasciato da parte ogni tentativo di rimanere legati con la realtà lasciando libro sfogo a ogni idea, anche la più assurda. Si comincia con la prima sequenza in cui sostanzialmente Fin corre senza senso per le strade di Washington, viene raccolto da un furgoncino governativo, affronta un gruppo di contestatori e raggiunge la Casa Bianca solo per vedersi consegnata la motosega d’oro che poi si rivelerà essere perfettamente funzionante malgrado la lama molto corta.

Sharknado, la motosega d'oro

In generale però la trama comprende una serie di assurdità in crescendo sempre più spassoso.
Incomprensibile per esempio l’uso del rallenty nei momenti più disparati, come se il regista avesse in dotazione questa possibilità tecnica e abbia deciso di usarla in momenti a caso, un po’ come succede nel giovane Ratzinger di Boris. Particolarmente trash la scena dell’arrivo in aereo ad Orlando con Fin e Nova, che sembra Xena, che riemergono dal fiume al rallenty al solo apparente scopo di mettere in risalto i loro corpi.

Sharknado 3, atterraggio nel fiume

Malgrado tutto questo Sharknado è diventato una specie di fenomeno ignorante in cui diversi personaggi pubblici americani hanno acconsentito di prestare il proprio volto in un cameo. Tra i più famosi da questa parte dell’Atlantico troviamo George R.R. Martin (l’autore del Trono di Spade), Lou Ferrigno (il culturista che interpretava Hulk negli anni ’80) e Chris Jericho (wrestler).
Per non parlare di David Hasselhoff (il Michael Knight di Supercar e il Mitch di Baywatch) nel ruolo di Gil Shepard. L’attore è ormai ridotto allo zombie di sé stesso visti gli anni e i trascorsi da alcolizzato, ma interpreta ugualmente il ruolo che gli è stato assegnato con tutta la dignità di un grande uomo di spettacolo.

Sharknado 3, Gil Shepard

Ma in generale il film è pieno di momenti trash e, dato l’argomento, anche un po’ di splatter. Particolare la scena del sacrificio di Lucas, l’aiutante di Nova, che cerca di liberare il campo per permettere ai suoi amici di decollare. Quasi subito uno squalo gli taglia una gamba, poco dopo perde anche un braccio e in pochi secondi rimane anche senza gli altri arti. A quel punto decide di premere il pulsante dell’autodistruzione del camper blindato, che si trova inspiegabilmente sul tettuccio, con il mento.

Come vuole la tradizione i momenti migliori del film sono alla fine nel crescendo di assurdità legati all’assurda missione sullo space shuttle. Infatti i protagonisti non sono al sicuro neanche fuori dall’atmosfera terreste (squali alieni?) e Fin riesce anche a sfoderare una motosega laser! Una motosega laser!! Abbiamo visto qualcosa del genere solo nel trailer di Machete 3 in Machete Kills quando Machete sfodera il machete laser nello spazio. Curioso parallelo questo. Magari Robert Rodriguez dirigerà Sharknado 4?

Totalmente priva di logica poi la sequenza finale con in ordine: il rientro dallo spazio all’interno di un enorme squalo che poi verrà cotto a puntino dall’atmosfera, il parto di April all’interno del mostro con Fin che estrae il neonato da un taglio nello stesso squalo, Gil Shepard che saluta dalla Luna (non avevano carburante per recuperarlo dal satellite artificiale e lui arriva sulla Luna!) e la morte scema di April che si allontana dal gruppo degli altri solo per farsi spiaccicare.

Tutto questo è Sharknado, un film che non riesce a prendersi sul serio neanche da solo tanto che in una scena Fin è costretto a sentire alla ragio un giornalista che fa notare che gli Sharknado sono sempre dove si trova lui e che riesce sempre a salvarsi. Che tutto questo sia colpa sua?

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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