Piranhaconda, recensione

Piranhaconda
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C’era una volta Dragon Ball e il concetto di “fusione”. Attraverso una complessa tecnica segreta due guerrieri fortissimi potevano fondere i propri corpi e i loro spiriti per un periodo di tempo limitato dando origine ad un essere più forte dalla somma dei due di partenza. Con Piranhaconda condiamo un’anaconda con un pirahna e otteniamo un mostro da B-Movie.

Più feroce di un piranha, più forte di un anaconda

Tutto comincia con il professor Lovegrove (Michael Madsen) che si aggira con i suoi due assistenti per le foreste delle Hawaii quando trova delle enormi uova. Si tratta di una scoperta scientifica importantissima e quando le uova si rivelano essere di un enorme anaconda con la testa di piranha la scoperta è addirittura storica. Il mostro è però estremamente vorace e uccide immediatamente gli assistenti. Lovegrove riesce a fuggire portandosi appresso un uovo.

Poco dopo si imbatte in una crew che sta girando un film di serie B nella stessa foresta e non passa molto tempo che il piranhaconda attacca anche questi. Ancora una volta Lovegrove riesce a fuggire, questa volta assieme ai pochi superstiti tra cui il regista, un tecnico e gli attori protagonisti. Ma anche questa volta la fuga dura poco perché vengono intercettati da un gruppo di briganti che li sequestra con lo scopo di ottenere un riscatto per la famosa attrice, Rose. Il tecnico e il protagonista Jack riescono a fuggire in maniera roccambolesca mentre gli altri vengono  condotti in un edificio industriale abbandonato.

A questo punto Jack e il tecnico organizzano un’offensiva per liberare gli amici, ma il loro attacco si sovrappone a quello del piranhaconda col risultato che diverse persone vengono uccise, mentre Lovegrove, Jack e Rose fuggono a bordo di un furgone.

Essendo che il furgone, lanciato a tavoletta, non riesce a seminare il mostro c’è da inventarsi qualcosa. Così Jack usa una delle bombe artigianali costruite dal defunto tecnico e riesce a ferire gravemente il piranhaconda, Ma immediatamente ne appare un secondo che si mangia il primo e si ancora all’inseguimento del gruppo di superstiti.

Intermezzo col capobrigante che aveva giurato vendetta e sfida il mostro col solo risultato di farsi ammazzare.

Alla fine Jack, Rose e Lovegrove sono in fuga su una barca sul fiume e i primi due scoprono che lo scellerato scienziato continua a portarsi appresso l’uovo, causa di tutti i mali che stanno subendo perché il mostro non vuole altro che quello. Quindi buttano in acqua lo scienziato e l’uovo e se la danno a gambe.

Siccome però il serpentone è un po’ astioso e continua a rincorrerli Jack gli lancia un’altra bomba nello bocca e gli fa esplodere la capoccia. Jack e Rose sono salvi, ma un terzo piranhaconda se li pappa entrambi. Fine.

Due mostri al prezzo di uno

Ormai abbiamo capito che per riuscire a mettere in scena un minimo, e dico un minimo, di originalità occorre mettere fondere due mostri in uno. Se una volta bastava un anaconda o un banco di piranha per farci un film, nel XXI secolo occorre mettersi più di impegno e metterne insieme due. Vale anche mettere insieme un mostro con un disastro, in tal caso esce uno Sharknado.

Nasce così, credo anche con una peperonata sullo stomaco, l’idea di Piranhaconda, mezzo anaconda e mezzo piranha che non si sa perché o per come, ma si sa che è cattivo.

La trama, come già si capisce dal riassunto di sopra, è una sequenza di eventi scontati in cui tutti gli attori tentano di portare pathos e serietà col risultato di sembrare solo ulteriormente ridicoli. Piuttosto imbarazzante è il personaggio del professor Lovegrove interpretato da Micheal Madsen (che ricordiamo più volentieri per il Mr. Blonde de Le Iene) che esagera nel farlo sembrare super tosto finendo nella parodia.

Non si salvano neanche gli effetti speciali. I serpenti-piranha (essere privo di qualsiasi logica) fanno sempre gli stessi movimenti e la computer grafica è appena decente. Assurdo poi come li fanno correre a 100 all’ora per la prateria mentre inseguono il furgone. Un serpente flash.

Inutile dilungarsi quindi su un film come questo che va bene soltanto come sonnifero mentre si è sul divano o come lassativo mentre si è in bagno.

 

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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