Nell’antica Grecia le cose vanno male. Gli umani sono stufi di essere vittime dei capricci degli dei e cominciano a ribellarsi. Allo stesso tempo i conflitti tra le divinità fanno sembrare noiose le soap opera sudamericane. E a rendere le cose le cose ancora più incasinate ecco Perseo, figlio di una scappatella di Zeus. Insomma è ora che qualcuno metta ordine, ovviamente a colpi di cazzotti.
In Grecia c’è tensione
Nella notte dei tempi si scontrano due forze avverse. Da una parte i Titani, essere ancestrali, e dall’altra i loro figli, gli dei, ovvero Zeus, Poseidone e Ade. In ballo c’è il controllo dell’universo e alla fine Ade crea il Kraken, un enorme mostro marino, che permette la vittoria delle divinità.
Eoni dopo la Grecia è diventata quella ridente penisola baciata dal mare che conosciamo, anche se siamo ancora al tempo degli antichi greci. A quei tempi c’era ancora tutto un pantheon di divinità che giocava con gli umani mortali. Alla gente però non stava più bene essere dei pupazzi nelle mani di esseri superiori e così cominciarono le manifestazioni di piazza, gli abbattimenti di statue e le bestemmie.
Chiaramente alle divinità questo atteggiamento ostile non è che piacesse tantissimo, ma nell’eternità della loro esistenza era comunque qualcosa con cui potevano pensare di convivere. Ma la litigiosità in cima all’Olimpo era comunque tale per cui Ade decise di sfruttare l’ingenuità di Zeus di fronte alla ribellione umana per tentare di prendere il suo posto.
In questo contesto un normale pescatore, durante la propria attività, trovò nella rete una curiosa cassa. Ma ancora più curioso era il contenuto: una donna morta e un bambino. Il pescatore decise di adottare il bambino e di chiamarlo Perseo.
Anni di pesca dopo però la fortuna del pescatore finì e, pur cercando di tenersi alla larga di una ribellione, finì per essere ucciso da un gesto di stizza di Ade dovuto all’abbattimento di una statua di Zeus porta di fronte alla città di Argo.
A questo punto Perseo si ritrovò orfano e fu fatto prigioniero dai soldati. Portato al cospetto del re per avere una decisione sulla sua sorte, fu testimone di una nuova apparizione di Ade per via del fatto che la regina di Argo mancò di rispetto nei confronti delle divinità sostenendo che la principessa Andromeda fosse più bella di Afrodite. Un’apparizione di Ade ovviamente non è mai una cosa positiva, e infatti la regina e una moltitudine di soldati morì. Inoltre Ade intimò ai superstiti, con fare un po’ mafiosetto, di sacrificare Andromeda al Kraken che sarebbe venuto tra dieci giorni, o altrimenti la città sarebbe stata distrutta. E per non farsi mancare nulla additò anche Perseo di essere un semidio in quanto figlio di Zeus.
In quel contesto essere un semidio era solo utile solo per essere discriminati, ma ben presto il coraggio Perseo e la sua volontà di battersi contro gli dei per vendicarsi della morte di suo padre presero il sopravvento e assieme ad un gruppo di valorosi soldati capitanati da Draco partì per andare incontro al suo destino.
Il seguito è fatto di scorpioni giganti, esseri di legno, streghe, viaggi negli inferi e, ovviamente la Medusa. Alla fine i buoni vincono e i cattivi finiscono dal buco da cui sono usciti.
Scontro tra titani con effetti speciali
Chi pensava che l’antica Grecia fosse un posto pieno di filosofi metrosexual è chiaro che fosse in errore. Un po’ lo sapevamo già dai tempi di 300, ma lo Scontro tra Titani ce lo ha confermato.
Il film si basa ovviamente sulla mitologia greca, ma in realtà si inserisce in un filone neo mitologico in cui gli elementi classici sono presi, masticati, digeriti e poi rigurgitati in modo da venire incontro ai gusti e alla morale delle persone moderne. Un altro film del genere è Troy, quello con Brad Pitt, in cui si fa la stessa operazione di rielaborazione.
La conseguenza nefasta è che poi i Pantheon rischiano di somigliarsi un po’ gli uni agli altri. Per esempio Zeus sembra un po’ Odino e Ade un po’ Loki, con comportamenti molto umani e un po’ lontani dalla loro morale divina. E anche il crossover dei Kraken non è che poi sia tanto riuscito, a partire dal nome che ovviamente è molto poco greco. Ma tant’è, quando si tratta di ignoranza va bene tutto, anche una spada laser.
Possiamo tranquillamente dire che i 125 milioni di dollari a disposizione del regista Louis Leterrier sono stati ben spesi. Il cast non è eccezionale, ma neanche di basso livello, con un Sam Worthington (visto in Terminator Salvation) nel ruolo del protagonista Perseo, un po’ inutile Liam Neeson nei panni di Zeus e Ralph Fiennes in quelli di Ade. Tutti abbastanza nel ruolo, ma senza esagerare. Buona anche la prestazione di Mads Mikkelsen nel ruolo del granitico Draco.
Decenti anche gli effetti speciali, anche se la qualità cala drasticamente in certi momenti. Lo stile scelto, orientato ad un aspetto verosimile, evita per fortuna di dare al film un aspetto da cinecomics. Lo dico perché il lavoro precedente del regista è stato il primo Hulk e avrebbe banalizzato un po’ la produzione. Molte inquadrature sono però fatte sfruttando i magnifici paesaggi mediterranei della Grecia (in realtà Tenerife), cosa che avrà fatto risparmiare parecchio tempo e denaro.
Il difetto maggiore del film è però la sceneggiatura un po’ poco epica. E questo malgrado la lunga gestazione del film. L’idea nacque a inizi anni 2000 quando si decise di fare un remake di un’analoga pellicola del 1981. Infatti è da notare lo strano gufo metallico che è una citazione del film originale.
Purtroppo la vicenda si limita a buttare Perseo in una serie di posti diversi in cui perde in maniera violenta alcuni dei suoi accompagnatori e in cui conquista un qualcosa per andare avanti, ma in definitiva i vari personaggi sono abbastanza poco caratterizzati e senza una vera motivazione. Va bene, Ade vuole conquistare il potere e Perseo vuole ribellarsi. Ma per il resto sono soldati che obbediscono e mostri che fanno cose. Malgrado questo il film ebbe un buon riscontro al ciname e addirittura un sequel (La Furia dei Titani), che però fu molto al di sotto delle attese.
Scontro tra Titani è un film carino, in grado di intrattenere per un’ora e mezza, senza però essere memorabile. Effetti speciali mediocri e una trama priva di emozioni non rendono giustizia al mito greco, però tutto sommato non è da buttare.
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