Indipendence day – Rigenerazione

Indipendence Day Rigenerazione
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Sono passati 20 anni dai fatti di “Indipendence Day” e il mondo è diventato un posto meraviglioso. Ma come spesso accade nei film la situazione idilliaca non è destinata a durare e degli alieni brutti e cattivi stanno arrivando per rovinarci il barbecue.

C’è qualcuno in ascolto?

Sono passati 20 anni dal giorno dell’indipendenza del 1996, quando gli alieni invasero la Terra per sottomettere l’umanità e fare cose altre cattive. Ma grazie al coraggio di tanti uomini, e soprattutto di Will Smith, non solo l’invasione fu respinta, ma l’umanità ha potuto anche analizzare le tecnologie aliene traendone vantaggi. Infatti il mondo è diventato un posto meraviglioso, pacifico, dove l’energia e i trasporti sono diventati molto più semplici.

Ma il pianeta Terra è anche consapevole che se gli alieni sono arrivati una volta potrebbero arrivare ancora e così si è fatto un grande sforzo militare creando degli avamposti nel sistema solare e soprattutto sulla Luna dove c’è una base di difesa dotata degli stessi cannoni laser degli alieni. Tutto a posto quindi, dormiamo sonni tranquilli.

In questo contesto c’è comunque spazio per le rivalità dei giovani. E così il figlio di Will Smith, chiamato Dylan, e un altro tizio di nome Jake sono ai ferri corti perché Jake ha fatto precipitare l’aereo di Dylan durante un’esercitazione e quest’ultimo non ha preso bene la cosa, anche perché essendo un figlio di Will Smith pensava di dover ricoprire necessariamente un ruolo di primo piano.

Nel frattempo arriva sulla Luna una strana navicella circolare dal comportamento ambiguo. Amici o nemici? Nel dubbio la diplomazia terrestre la fa abbattere e tutti si ubriacano per con lo spumante perché il sistema di difesa funziona. Subito dopo però sparisce la base su Saturno e la Luna viene attaccata. È arrivata una nave spaziale colossale, la più grande mai vista in un film di fantascienza: 5000 chilometri di diametro, più della seconda Morte Nera di Star Wars.

Ma come in Star Wars c’è sempre un punto debole che poi fa esplodere tutto e così, grazie al coraggio e al sacrificio dei vari protagonisti (l’ex presidente pazzo, lo scienziato visionario, lo scienziato pazzo, il signore della guerra africano, la pilota cinese, il tizio sfigato e i due ragazzi di prima e la tipa di Jake) e ai suggerimenti della prima nave aliena che poi è in realtà una specie di pendrive spaziale, alla fine la situazione si risolve a nostro vantaggio. Certo il tutto al costo di gravi danni e molte perdite e con un futuro ancora più incerto perché dopo il sistema solare c’è da unirsi ad una resistenza intergalattica contro gli alieni cattivi! Tra altri 20 anni? Speriamo di no.

Indipendence Day Rigenerazione, il colossal fantascientifico

Indipendence Day Rigenerazione

Fare un seguito dopo 20 anni non è una cosa da poco, ma per Indipendence Day, successone al botteghino nel 1996, era proprio il caso di farlo e Roland Emmerich ha cominciato a lavorarci fin dal 2001. Ma trovare il giusto compromesso tra i personaggi e la storia del primo film e il sequel è sempre un aspetto delicato, anche per via dell’età anagrafica che avanza, di chi non vuole partecipare per una seconda volta e così via.

Roland sembra comunque essere riuscito a fare un ottimo lavoro. Anche se la trama di Indipendence Day Rigenerazione ricalca a grandi linee quella del primo film (con la sequenza: arrivo degli alieni, prima sconfitta dell’umanità, riorganizzazione, soluzione e contrattacco) non per questo risulta ripetitivo. Anzi, l’idea che l’umanità abbia utilizzato la tecnologia aliena per migliorarsi è uno spunto interessante, peccato che rimanga limitato all’ambito militare, non facendo sapere nulla sugli altri ambiti di applicazione. Per il resto si è deciso di dare via ad un’escalation di dimensioni con navi più grandi, in numero più grande e con alieni più mostruosi.

Dopo 20 anni riusciamo anche finalmente a capire cos’è che volevano gli alieni nel 1996, ovvero trivellare la Terra per succhiarne il nucleo. Ora, da un punto di vista tecnico è una follia soprattutto perché, con tutti i pianeti che ci sono, gli alieni abbiamo deciso di cercare rogne proprio da noi. Poi, chissà cosa se ne faranno dei magmi interni del pianeta? Mistero. Ma tutto questo basta a renderli cattivi e tanto ci basta.

Giustamente, per perfezionare il loro scopo, hanno deciso di portarsi dietro una nave spaziale harvester di dimensioni veramente esagerate. Nel primo film la nave madre era da 500 chilometri, qui si è addirittura moltiplicato per 10. Va bene che è tutta computer grafica e si è anche stati in grado di rendere le cose plausibili, ma è un qualcosa che non sta veramente in piedi. Cioè, la nave atterra come un’enorme zecca su un topolino. Un po’ impressionante e un po’ fuori di testa.
Abbastanza ridicolo anche quando il rimorchiatore rimane imbrigliato alla nave per via della sua gravità perché viene detto che la nave è talmente grossa da avere un suo campo gravitazionale. Ma quanto potrà mai essere? Quanto la Terra? E quindi come si spiega che il rimorchiatore è in grado di andare dalla Terra alla Luna, ma non è in grado di divincolarsi? Mistero della science fiction.

In ogni caso, accanto a effetti speciali ben fatti e ad una trama nel complesso avvincente, c’è anche un cast che riesce a rendere godibile il film. Caratteristica di Roland Emmerich è l’uso di una serie di protagonisti che svolgono un ruolo, senza però lasciare che uno prenda il sopravvento. La pecca di questa soluzione è il fatto di non avere un personaggio carismatico da seguire e in questo Indipendence Day Rigenerazione manca il talento sregolato del buon Will Smith. Ottima l’interpretazione di Bill Pullman, che per noi rimane sempre Stella Solitaria di Balle Spaziali, un po’ meno Jeff Goldblum nel suo eterno ruolo di scienziato che la sa lunga e non viene mai ascoltato che si porta dietro dai tempi di Jurassic Park.

Ma se è tutto così ben fatto, con gli ingredienti mescolati con sapienza, i 165 milioni di budget ben spesi e così via, perché questo film non ha spaccato al cinema e non è memorabile come il primo? Non che il film sia andato male, ha comunque incassato quasi 400 milioni di dollari nei cinema in tutto il mondo, compresa la Cina per la quale sono stati inseriti appositamente dei personaggi, ma la cifra è pari a circa la metà dell’incasso nel 1996

Le critiche si rivolgono soprattutto al fatto che il film non propone nulla di nuovo rispetto al primo episodio risultando a tratti anche un po’ noioso. A mio parere però incide soprattutto il fatto che nel frattempo abbiamo avuto 20 anni di film a grande impatto visivo. Nel 1996 si era appena agli inizi della CGI e egli effetti di Indipendence Day, con i suoi nugoli di navicelle, erano un qualcosa che si faceva notare. Nel 2016 abbiamo già visto di tutto ed è molto difficile stupire. E se a questo aggiungiamo la mancanza del Will Smith di turno (che per la cronaca nel film compare solo in una foto) e a una trama ben pensata, ma che in fin dei conti è la stessa della Guerra dei Mondi di H.G. Wells del 1897, con alieni anonimi e con uno scopo imperscrutabile, un’idea del semi-flop ce la possiamo anche fare.

Indipendence Day Rigenerazione è un tutto sommato un nel film, bello da vedere e da seguire, ma a cui manca un protagonista trascinatore e un’idea che lo renda memorabile. Vale comunque una visione.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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