Omicidio all’italiana

Omicidio all'italiana
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Il panorama della commedia italiana degli ultimi si è sicuramente molto evoluto portando alla ribalta una nuova generazione di artisti in grado di fornirci materia fresca in termini di risate e intrattenimento.

Maccio Capatonda è un esponente di spicco di questo movimento tanto da essere riuscito a portare al cinema il suo secondo film, Omicidio all’italiana, che mischia in maniera sorprendentemente riuscita personaggi e situazioni tipiche del giallo alla comicità demenziale da scuola elementare ai strafalcioni grammaticali.

Omicidio all’italiana ad Acitrullo, provincia di Campobasso

Ad Acitrullo, paese di 16 anime con età media di 68 anni, c’è noia e depressione. Malgrado il paese sia gestito dai giovani e intraprendenti sindaco Piero Peluria e vicesindaco nonché fratello Marino Peluria, le cose non vanno proprio bene e dopo l’ennesimo tentativo fallito di modernizzazione, grazie ad un modem 56k collegato alla cabina telefonica per portare l’internet, le cose vanno ancora peggio: gli abitanti minacciano di scappare verso la metropoli di Campobasso, abbandonando al proprio destino il paese arroccato sulle montagne.

Personaggio di spicco della comunità è la contessa Ugalda Martirio in Cazzati, abbiente nobile che da tempo finanzia a fondo perduto le imprese del sindaco. Accade però che la contessa muoia in circostanze poco chiare e Piero Peluria decide di mettere in scena un omicidio con 12 coltellate per attirare l’attenzione mediatica tentando di porre  Acitrullo a livello delle grandi capitali europee, come già accaduto per motivi analoghi ad altri paesi splatter d’Italia.

Difatti la trasmissione “Chi l’acciso”, condotta dalla carismatica Donatella Spruzzone, si presenta ben presto nel paese, affiancandosi e spesso sostituendosi alle indagini ufficiali della polizia comandata dal commissario Fiutozzi, e attirando centinaia di turisti dell’orrido che sconvolgono la piccola comunità.

Maccio Capatonda in ascesa

Dopo la convincente prova di Italiano Medio non aspettavamo l’ora di vedere nuovamente un nuovo lungometraggio di Maccio Capatonda e l’attesa è veramente valsa la pena.

Maccio, preso nuovamente come spunto uno dei tanti personaggi creati nel corso degli anni, questa volta i fratelli Peluria che inframezzavano le puntate della serie “Mario”, e trasformandolo in un qualcosa di completamente imprevisto, è riuscito a fare un film con una trama e una regia decisamente superiori al primo tentativo e merita sicuramente la visione.

Di nuovo viene messo l’accento su come la società contemporanea sia fortemente influenzata dalla realtà proposta dalla televisione e dai media, finendo praticamente per riscrivere anche quella che sarebbe la realtà che uno ha vissuto arrivando a ribaltare i ruoli di giustizia e intrattenimento, argomento che in fondo accompagna un po’ tutti personacci macciani, da Mariottide a Mario.

Ottimamente rappresentati i personaggi di Piero e Marino Peluria, rispettivamente lo stesso Maccio e l’immancabile Herbert Ballerina, che si alzano dal loro tavolo con tovaglia a quadri e con i loro peli e la loro ignoranza tentano di tenere in vita il paese in cui hanno le loro radici. Per nostro divertimento gli effetti tragicomici delle loro imprese sono fonte di grandi risate, ma in fondo ci raccontano anche la storia triste di tanti paesi d’Italia oramai abbandonati.

Nei 99 minuti di film trovano un loro spazio alcuni degli attori che fanno parte da tempo della compagnia di Maccio. C’è Ivo Avido nel solito ruolo di poliziotto cinico, Rupert Sciamenna in un breve cameo nel ruolo salvifico di San Ceppato, Nino Frassica in quello che sembra il cappellaio matto degli Appennini, cameo anche di Pippo Lorusso come Salvo Errori, Fabrizio Biggio dei Soliti Idioti e Ninni Bruschetta che fa l’operatore turistico.

Ma Omicidio all’italiana è soprattutto un film comico, una comicità di pancia, quasi completamente priva di volgarità, adatta a tutte le età quando si ha dentro di sé ancora un po’ del bambino delle elementari e si rideva per la cacca o le scorregge o le battute sceme. È sicuramente da vedere per non vedere sempre le solite americanate e per dare il proprio sostegno a Maccio!

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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