Italiano Medio, recensione

Maccio Capatonda ce l’ha fatta! Dopo aver passato anni a girare e a farci ridere con innumerevoli e improbabilissimi finti trailer e dopo aver girato un paio di web series di qualità crescente, è finalmente riuscito a fare il salto nei cinema proponendo un lungometraggio che è l’apoteosi della sua comicità e della sua capacità produttiva: Italiano Medio.

Sappiamo tutti che l’italia ha una lunga e rinomata tradizione di film trash. Basti citare i magnifici film del periodo d’oro di Ciro Ippolito (Alien 2 – Sulla Terra e Arrapaho) e tutta la produzione commediasexy degli anni ’70. Poi, un po’ meno trash, c’è la commedia psico-sociale di Paolo Villaggio e del mitico Fantozzi ragionier Ugo. All’epoca poteva essere considerata una semplice parodia di alcuni aspetti della vita del tempo, ma ora lo oserei definire un documento storico che racconta un’epoca in chiave comica. Ovviamente mi riferisco per lo più ai due primi episodi, prima che Fantozzi diventasse una parodia di sé stesso.

Ecco, Maccio Capatonda ha la stessa capacità di raccontare la nostra epoca, raccontando la stupidità con cui abbiamo a che fare nella vita di tutti i giorni e da questo punto di vista la scelta di iniziare l’avventura al cinema con la sua compagnia di attori con Italiano Medio è una scelta assolutamente azzeccata. Quello che voglio dire è che se andate a vedere il film e vi sembrerà una cazzata ricordatevi che tra 30 anni sarà diventato un mito. O almeno lo spero perché a Maccio gli voglio bene.

Italiano medio, la mamma di giulio vermeC’è da dire che in questi anni la commedia italiano sta ritrovando alcuni mattatori dopo un periodo che non ha prodotto film di eccezionale qualità a causa forse dell’asso pigliatutto rappresentato dal cinepanettone. Non che le chiappe e le corna di Christian de Sica e Massimo Boldi fossero totalmente da buttare, ma quando si ripropone continuamente la stessa comicità non ci può ovviamente essere quella freschezza iniziale.

Negli anni 2000 ci ha sicuramente provato il trio Aldo Giovanni  e Giacomo, che anche questo Natale sono tornati con un film discreto, ma privo di quella genialità che li contraddistingueva nei logo sketch. Ma loro hanno sempre portato sul grande schermo dei bellissimi personaggi, ma solo marginalmente la società che li circonda e quindi non sono all’altezza del Paolo Villaggio dei bei tempi andati e del Maccio Capatonda che arriverà.

Occhio che questa recensione sta diventando più una disquisizione sul cinema italiano contemporaneo che non un post che parla di Italiano Medio.

A questo punto mi viene da pensare a Checco Zalone che attualmente rappresenta l’unico soggetto in grado di garantire il successo nelle sale. Sono suoi i film record d’incasso di questi anni e tutto fa pensare che anche nei prossimi anni sarà così. Checco sta facendo dei grandi film di commedia all’italiana dove alla risata si accompagna un ragionamento sul mondo moderno. Probabilmente è il migliore attualmente, ma l’attore Checco Zalone non ha le potenzialità di Maccio Capatonda. Il personaggio cambia sempre, ma di fatto è sempre Checco Zalone.

E cito anche Ficarra e Picone. Anche il duo siciliano ha già girato diversi film di grande qualità. I loro personaggi sono quasi sempre immersi in un contesto sociale in cui cercano di barcamenarsi traendone quello che a loro avviso è importante. Anche il loro limite è forse quello di riproporre sempre piccole variazioni dei loro personaggi.

Ed ecco che siamo finalmente arrivati a Italiano Medio. La trama non ve la sto neanche a raccontare, visto che è quasi tutta nel trailer, ma parla di Giulio Verme che è una persona con una grande sensibilità sociale che però, frustrato dall’impossibilità di cambiare il mondo, assume una pillolina che riduce le sue facoltà mentali dal 20% al 2% e poi succedono delle cose che un po’ fanno ridere e un po’ pensare.

Come sempre stupisce la capacità interpretativa di Maccio Capatonda in grado di creare personaggi con un aspetto diverso, con un loro modo di parlare e di muoversi  e con i loro tic. Si nota proprio lo studio fatto dietro ognuno di essi e in questo caso l’alternanza tra il Giulio 20% e il Giulio 2% rende grandemente questa capacità.

A Maccio si affiancano come sempre un campionario di personaggi assurdi tra cui spiccano l’eclettico Herbert Ballerina, la brava Lavinia Longhi e soprattutto il mitico Rupert Sciamenna che fa sempre la stessa faccia, ma fa proprio ridere. E poi le comparsate del signor Poveracci, di Ivo Avido e della colossale Anna Pannocchia sempre sottotitolata. Se non li conoscete non è comunque un problema perché basterà il loro aspetto assurdo a farvi ridere. Ovviamente poi fa il suo cameo anche Mariottide e la tenera storia dell’usciere.

Se proprio si vuole fare una critica al film c’è che l’inizio è forse troppo lungo. È vero che è importante introdurre il personaggio, ma ad un certo punto si comincia a pensare che sia ora che succeda qualcosa di più sostanzioso. E poi anche il linguaggio cinematografico non è sempre maturo e a tratti si scende un po’ nel televisivo. Ma in fondo va bene così perché Italiano Medio è comunque un film trash dove la mancanza di grandi mezzi aguzza l’ingegno.
La critica maggiore è forse il fatto che sono stati presi un po’ troppi elementi dalle serie precedenti e in particolare da Mario: la sindrome di Dr. Jekyll e Mr.Hyde del protagonista, la lotta contro l’imprenditore… sono comunque fiducioso per il futuro, di quello che ci sarà dopo Italiano Medio. Per me vedere Maccio Capatonda arrivare al cinema è da considerarsi già un successo e il fatto che il film abbia avuto un buon successo credo che gli permetterà di rimettersi al lavoro tra non troppo tempo.

Adesso facciamoci la solita domanda: vale la pena di vedere Italiano Medio? Se vi piacciono i rutti di bocca e di sedere allora la risposta è sicuramente sì. Se vi piacciono i film in cui si ride di scemenze, di errori grammaticali, di accenti buffi allora sì. Se volete veder rappresentata la società moderna fatta di reality, di foto col cellulare, di gente che pensa solo ai proprio problemi allora sì. Se volete vedere una travolgente storia d’amore allora no. Però non si può avere tutto, neh!

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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