Gli spietati

Gli Spietati
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Anche se i film western passarono sostanzialmente di moda negli anni ’70 il cinema americano ci ripropone periodicamente la tematica. Gli mancanza di ideali del Far West, con i suoi assassini, i suoi carretti, la polvere, il treno e tutto il resto fecero la fortuna di molti attori e registi, compreso Clint Eastwood. Gli Spietati è una sorta di tributo a questo cinema, un film di spessore da vedere almeno una volta, se non due.

Gli Spietati per soldi e per l’onore

Siamo a fine ‘800, nel 1880 per la precisione, in Wyoming, nella piccola e ridente cittadina di Big Whiskey. Due cowboy sono in un bordello quando a uno dei due scatta un momento di violenza e sfregia col coltello il viso della prostituta con cui ci stava trastullando, pare perché lei avesse riso alla vista del suo attrezzo di dimensioni ridotte.

In poco tempo arriva lo Sheriffo Little Bill Daggett (Gene Hackman) che ha un suo modo un po’ personale di amministrare la giustizia. Vista la situazione decreta che i due cowboy dovono risarcire il proprietario del bordello con cinque cavalli per i mancati futuri introiti e non punisce in nessun modo i due.

Questa sentenza non è però quella che la capa delle prostitute avrebbe voluto sentire. Le ragazze decidono quindi di mettere insieme i loro risparmi per porre una taglia di 1.000 dollari a chi fosse riuscito ad uccidere i due cowboy. Un bel gruzzoletto che ben presto attira a Big Whiskey una serie di personaggi poco raccomandabili.

Il primo a presentarsi è English Bob, un anziano cacciatore di taglie inglese, che viaggia per un paese che odia uccidendo cinesi per conto delle ferrovie. Il killer viaggia in compagnia del suo biografo personale Beauchamp che ne sta raccogliendo le gesta.
English Bob, arrivato a Big Whiskey, si scontra quasi subito con lo sceriffo Little Bill e ne esce parecchio malconcio. Dopo un pestaggio pubblico e una notte in cella viene rilasciato senza armi e senza biografo.
È successo infatti che a Little Bill l’idea della biografia sia parecchio piaciuta e dopo aver sfatato alcuni racconti leggendari raccontati da English Bob, presentandolo come un codardo, comincia a raccontare delle sue mirabolanti avventure, arrivando ad ospitare Beauchamp nella casa che sta costruendo con scarso successo non essendo un falegname.

Ma la voce della taglia da 1.000 dollari è arrivato anche ad un certo Kid Schofield, aspirante pistolero, che per sicurezza decide di assoldare per l’occasione William Munny (Eastwood), anziano killer dal passato feroce, che a sua volta coinvolge anche l’amico afroamericano Ned Logan (Morgan Freeman). Entrambi si erano ormai ritirati ad vita tranquilla da tempo, ma in particolare per William la situazione economica è disastrosa, anche per via dei figli piccoli a cui deve badare. La moglie invece è morta qualche anno prima di vaiolo, donna che aveva avuto il coraggio di sposarlo e di aiutarlo a redimersi da un passato tragico. I 1.000 dollari, anche se divisi in tre, fanno comunque gola.

Il trio arriva ben presto a Big Whiskey durante un violento temporale. William è un po’ malconcio per aver preso freddo e si trova subito a fronteggiare da solo, mentre gli altri sono nel bordello, lo sheriffo che lo concia ancora peggio con un nuovo pestaggio. In qualche modo riesce a salvarsi e il trio si rifugia fuori paese per riorganizzare le idee e a riprendersi fisicamente.
In questo periodo hanno anche il tempo di conoscere meglio le prostitute e le loro vicende, decidendo di andare avanti col loro incarico.

Qualche tempo dopo arriva il momento di ammazzare il primo dei due cowboy. Si tratta di quello che in realtà non ha fatto nulla di male, ma che ebbe solo la sfortuna di accompagnare l’altro. Anzi, al momento di portare il risarcimento di cinque cavalli ne aveva portato un sesto per la sfregiata, ricevendo però in cambio solo insulti.
In ogni caso è Ned Logan l’incaricato di sparare a distanza col fucile, ma al momento decisivo decide di sparare al cavallo, non avendo più il fegato di ammazzare a sangue freddo. Il ragazzo finisce immobilizzato sotto al cavallo rompendosi una gamba e a questo punto William ci prova lui, ma non è bravo col fucile e ferisce il ragazzo al ventre causandone una morte lenta per dissanguamento.  Il trio è quindi costretto a stare a sentire la lenta agonia della loro vittima, riempiendo la loro testa di rimorsi.

Ned decide che ne ha avuto abbastanza e che ritornerà al suo ranch lasciando Kid e Will che invece rimangono per portare a termine la missione. Ci riusciranno dopo un lungo appostamento davanti alla baracca in cui si è rifugiato il cowboy, con Kid che commette il suo primo assassinio con la pistola, pur essendosi vantato in passato di essere un killer ormai rodato, anche se in realtà ha anche un importante difetto di vista.

Recuperata la taglia per Kid e Will è il momento dei saluti, ma la sfregiata dice a loro che Ned è stato catturato, torturato e ucciso dallo sheriffo. Will lascia andare Kid per la sua strada, ormai mezzo ubriaco nel tentativo di annegare il rimorso di aver tolto la vita ad un uomo, e decide di compiere la sua personale vendetta.

Arrivata la sera, con una nuova pioggia torrenziale, Will torna ad essere il killer spietato di una volta. Entra a Big Whiskey e vede l’amico posto in una bara aperta al pubblico ludibrio. Entra nel saloon e trova Little Bill Daggett, gli altri sceriffi e altri uomini del paese. Come prima cosa spara una fucilata al proprietario del bordello, poi con la pistola compie la sua vendetta uccidendo o ferendo altri quattro uomini, tra cui lo sceriffo stesso. Il resto delle persone fugge terrorizzata e Will si concede un cicchetto.
Alla scena era presente anche Beauchamp che rimane estasiato dall’accaduto e sembra quasi voler diventare il biografo di Will, ma questi non è un tipo che si vanta dei suoi gesti dato che in passato non aveva esitato a uccidere donne, vecchi e bambini, e quindi lo manda via sotto minaccia della pistola.

Dato il colpo di grazia a Daggett, che dice di non essersi meritato quel trattamento, Will esce dal saloon, minaccia le persone nascoste, tanto che nessuno oserà disturbarlo, e intima di dare degna sepoltura a Ned.
I titoli di coda ci diranno che Will sarà tornato dai suoi figli e che sarà partito per l’est alla ricerca di una vita più tranquilla.

Un western cinico e spietato

Pare che l’idea per Gli Spietati girasse nella testa di Eastwood già da fine anni ’70, ma altri impegni lo fecero rimandare di anno in anno finché, nel 1992, non fu il tempo di girarlo come produttore, regista e protagonista, forse anche convinto dal successo di Balla coi Lupi del 1990.

Il film ebbe un notevole successo, guadagnando oltre 10 volte il bugdet e vincendo ben 4 Oscar (Miglior Film, Miglior Regia, miglior attore non protagonista a Gene Hackman e Miglior Montaggio) oltre ad altre 5 nomination e lodi da tutti i critici.

La vicenda cerca di presentare in modo realistico quella che doveva essere la difficile vita nel Far West e che non poteva essere certo da tutti diventare killer professionisti solo perché lo si desiderava
A questo proposito sono messi a confronto la figura di English Bob, killer solitario e privo di scrupoli che uscirà sconfitto, e Kid Shofield, giovane che non sarà in grado di metabolizzare il fatto aver tolto la vita ad un uomo, ma che avrà la possibilità di redimersi.
In questo senso è molto più adatto il titolo originale Unforgiven, i non perdonati, al posto de Gli Spietati, visto che di spietato, i protagonisti, hanno ben poco.

Ottima anche la rappresentazione dei luoghi, con i soliti colori ocra che conosciamo dai tempi di Sergio Leone, anche se per essere un deserto piove veramente spesso.
La regia è forse un po’ meno d’impatto, senza i primissimi piani degli spaghetti western, ma forse in questo caso è meglio così.

Molto ignorante invece è la scena della vendetta nel saloon. Il pistolero Will entra nel covo del lupo, spara all’impazzata e uccide a volontà senza subire neanche un graffio e senza doversi neanche spostare. È l’unico momento un po’ fantastico della vicenda.

Gli spietati è un film da vedere assolutamente, specie se siete appassionati di wester o comunque della tematica del giustiziere più o meno solitario. Non ve ne pentirete!

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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