Big Game – Caccia al presidente, recensione

Big game - Caccia al presidente

Capita di vedere una locandina di un film sconosciuto e di avere subito una grande emozione. Vedi una locandina con Samuel L. Jackson che impugna una Uzi e la scritta “Presidente” e senti il cuore che si scalda. Poi vai a vedere il film e ti chiedi perché lo abbiano fatto. È sufficientemente divertente, ma dentro ci sono cose senza senso, ignorante al punto giusto insomma.

D’accordo, questo è un blog che parla di film ignoranti ed effettivamente Caccia al Presidente è ignorante quanto basta. Ma forse il motivo della mia iniziale delusione è la grande aspettativa che mi ero creato. È vero, ci sono gli elicotteri e una grossa grossa esplosione, però forse mi ero preparato ad un action movie un po’ più teso, invece è quasi una passeggiata per i boschi con ogni tanto una sparatoria.

Poi però bisogna considerare che il film è una produzione finlandese di soli 8,5 milioni di dollari, che è veramente poco se lo confrontiamo con le produzioni americane a tripla cifra. A volte viene il dubbio che oltreoceano siano bravi soprattutto a spendere i soldi.

Comunque in quella cifra sono riusciti a farci stare Samuel L. Jackson, che per quanto non sia un attore di grandissimo successo, rimane comunque nell’immaginario collettivo per la sua interpretazione di Jules in Pulp Fiction e se lo vedi in giacca e cravatta pensi che sia lì per crivellare di colpi qualcuno mentre dice frasi da duro.

Caccia al presidente, caccia grossa!

Di cosa parla questo film? Beh, proprio di una Caccia al presidente, indovinatissimo titolo italiano.

Comunque se ancora ve lo state chiedendo: qual è il più grande trofeo di caccia a cui un cacciatore possa ambire? Un’alce? Un leone? Un T-Rex? Uno Xenomorfo? No, nulla di tutto questo, il trofeo migliore da far imbalsamare è un Presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente della Terra che con un dito bla bla bla.

In breve il Presidente, proprio quello degli Stati Uniti, viene abbattuto sopra i cieli della Finlandia e si ritrova ben presto braccato da una serie di vili criminali che lo vogliono impagliare. Per fortuna però potrà contare dell’aiuto di un giovane cacciatore indigeno, Oskari, che lo condurrà attraverso la foresta e verso la salvezza, malgrado non sia in grado di scagliare una freccia a più di 3 metri.

Non è un film per vegetariani, su questo non possiamo avere dubbi. Verso l’inizio c’è anche il monologo di un vecchio finn che rivendica il diritto degli uomini di dominare la natura. E si vede anche la testa mozzata di un’alce. Ma si sa che nel profondo nord d’Europa la gente continua ad essere piuttosto barbara.

Facciamo un film ignorante

Questi finlandesi avranno pensato: già che facciamo un film facciamolo memorabile. Quindi gli sceneggiatori saranno andati nella sauna a ubriacarsi e a tirare fuori le idee più strampalate possibili. Lo sceneggiatore sobrio, figura cardine della casta degli sceneggiatori, ha preso appunti e sulla base di quei appunti hanno fatto il film. Proviamo ad elencare i momenti di assoluta ignoranza.

Innanzitutto c’è il cattivo Hazar, un arabo vestito come un cacciatore degli anni ’20 con però un look hipster. Viene presentato subito come privo di scrupoli, ma si rivela essere un po’ tonto. Il suo momento di gloria ce l’ha quando si ritrova col  Presidente e Oskari nei resti del Air Force One. Ad un certo punto afferma “Non mi fraintenda, io sono dalla sua parte!”, affermazione che lascia basiti il Presidente, Oskari e tutto il pubblico. Poi però muore e lascia in eredità questo pesante mistero.

Poi c’è Moore, il fedele traditore guardia del corpo del presidente. Lui ha la solita scheggia a 2 millimetri da cuore, quella di Tony Stark per intenderci, e siccome non la può rimuovere è pieno di astio e vuole uccidere il povero Presidente. Si vanta di essere fortissimo con la pistola, ma quando si tratta di sparare al Presidente ha la mira di Paperino. Comunque epica anche la sua morte con Oskari che riesce finalmente a tirare una freccia che  rimbalza sul giubbotto anti-proiettile, ma sposta quella scheggia che altrimenti sarebbe rimasta senza senso. Morendo mitraglia ovviamente l’ultimo terrorista rimasto.

E poi c’è lui, il congelatore! In mezzo alle montagne della Finlandia troviamo un congelatore con tanto di gruppo elettrogeno! È lui il protagonista di metà Caccia al Presidente grazie alle sue qualità: antiproiettile, antiscoppio e galleggiante. Un vero nonsense che vale metà biglietto.

E c’è anche la sequenza in cui il Presidente è messo dentro il congelatore che viene trainato dall’elicottero. Poi Oskari salta e si aggrappa anche lui. I cattivi fanno passare il congelatore tra gli alberi per liberarsi del ragazzino, cosa già di per sé poco intelligente, e arrivano a farlo volare a pochi centimetri d’altezza, ma il Presidente non salta, malgrado sia l’unica cosa sensata da fare.

Allora, cosa ne pensiamo?

Ok, non sarà il film dell’anno. Che poi è arrivato in Italia con un anno di ritardo e fino ad ora non ha ancora incassato la metà del budget spero per produrlo. Sarà che la gente va comunque a vedere i film che conosce e che vede nelle pubblicità, non perché trova una locandina in giro con un attore conosciuto. Peccato, vi siete persi un film carino.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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