Trappola in alto mare

La più potente corazzata americana sta per andare in pensione, ma un gruppo di sovversivi vuole impossessarsi delle preziose armi che ci sono a bordo. Riusciranno i marinai a sventare il diabolico piano? O dovrà pensarci il cuoco?

Una trappola davvero pericolosa

La USS Missouri è una nave che ha fatto la storia. Costruita durante la seconda guerra mondiale, ospitò i potenti del mondo per la firma della pace. Fu impiegata qualche anno dopo nella guerra di Corea, ma il periodo d’oro delle corazzate era già passato e la nave fu radiata dal servizio, salvo poi essere recuperata a metà anni ’80 e addirittura impiegata durante la prima guerra del Golfo, dove ebbe occasione di utilizzare ancora i suoi possenti cannoni da 406 mm. Ma agli inizi degli anni ’90 tutto questo appartiene ormai al passato e la nave è pronta per congedarsi.

Dopo una fastosa cerimonia di addio, con presenza del presidente Bush, la nave è quindi condotta dal suo ultimo capitano verso la sua destinazione finale, dove sarà disarmata e trasformata in un memoriale. A bordo l’aria è molto rilassata e l’imminente compleanno dello stesso capitano è sfruttata per organizzare un’ultima festa informale tra marinai.

Il comandante Krill è molto attivo in tal senso e ha addirittura organizzato l’arrivo clandestino in elicottero di una band musicale e di una ragazza che è destinata a saltare fuori dalla classica torta.
Proprio per la festa Krill ha avuto un diverbio con Casey Ryback, lo chef di bordo. Ryback è un soggetto dal passato un po’ oscuro, ma è un uomo di fiducia del capitano e il carattere anticonformista lo ha portato spesso allo scontro verbale con Krill. Questa volta l’oggetto del contendere è il catering della festa. Il comandante vuole far arrivare il tutto dall’esterno, ma Ryback ovviamente non ci sta. Ma Krill è quello che comanda, e lo fa rinchiudere nel freezer.

Così arriva l’elicottero con la band e i camerieri e la festa sembra avviarsi a diventare un qualcosa di memorabile finché il personale esterno non si rivela essere armato e intenzionato a prendere il controllo della nave. Tra le prime cose viene anche ucciso a sangue freddo il capitano.
Scopriamo così che il cantante della band è in realtà William Strannix, un ex membro della CIA, scomparso recentemente, che in combutta col comandante intende impossessarsi delle armi atomiche a bordo della nave.
Inoltre il criminale utilizza l’arsenale della nave per accecare un radar alle Hawaii e tenere a distanza gli aerei della marina americana, ma sa che è solo una questione di tempo. In realtà il suo piano è di svignarsela a bordo di un sottomarino che aveva avuto il compito di distruggere, ma che ha inquadrato nel suo esercito personale.

Fate attenzione al cuoco!

Quello che Strannix e Krill non sanno è che l’imperinente chef Ryback è in realtà un ex Navy SEAL esperto di esplosivi, sabotaggio e arti marziali. E infatti Ryback, liberatosi dal freezer, comincia una mattanza di terroristi, comunica con lo Stato Maggiore con un’antenna parabolica portatile, distrugge i mezzi dei criminali, mette in salvo una parte dell’equipaggio e incontra anche Jordan Tate, la ragazza della torta, che diventerà di fatto la sua spalla.

Alla fine la USS Missouri è di nuovo sotto controllo e il mondo può tirare un gran sospiro di sollievo.

Una trappola in alto mare per Steven Seagal

A inizi anni ’90 la carriera di Steven Seagal stava per prendere quota. L’attore stava inanellando una serie di successi che sembravano poterlo portare ad essere un nuovo action hero e la Warner pensò a lui come protagonista di questa storia, cosa che gli avrebbe permesso di recitare in un film di una produzione importante, mettendo in evidenza le sue presunte capacità di recitazione.

Seagal, una volta accettato l’ingaggio, fece pressione affinché il suo personaggio avesse un maggior numero di scene, a scapito di un certo Tommy Lee Jones. Quest’ultimo ha sicuramente impreziosito il film con un cattivo capace di trasmettere qualcosa al pubblico. Cosa che al buon Steven riesce molto meno, dato che ha poco più che un’espressione, quella distaccata da duro.
In ogni caso i due collaborarono talmente bene che Jones, qualche tempo dopo dichiarò “non è facile dividere il set con incapacità e superbia”.

Il film incassò molto bene. Chiaramente si inserisce in un filone di action movie, di moda a quell’epoca, basati su un luogo isolato in cui il protagonista sembra essere buttato nella storia quasi per caso, rivelandosi però un osso molto duro. Non è difficile trovare un parallelo con Die Hard, specialmente in Italia in cui la traduzione del titolo lascia pochi dubbi (in originale è Under Siege).
Un’eredità che è stata colta dal recente Skyscraper. Il film giusto al momento giusto.

È una trappola in alto mare, ma siamo in buone mani

Ma parliamo un po’ della nave. È almeno dal 1943 che le corazzate sono sorpassate. Queste navi caccia-navi basano la loro pericolosità sulla potenza dei propri cannoni e dalla capacità di incassare colpi. Peccato che con l’avvento degli aerei il loro raggio d’azione risulta troppo piccolo per essere efficace. Ma ciò non ha impedito la loro mitizzazione, come macchina dalla potenza distruttiva incontenibile, senza parlare di tutti quei cannoni così virili.
Le corazzate piacciono così tanto che i giapponesi addirittura continuano a parlare di una nave distrutta, la Yamato, come se fosse la cosa migliore che abbiamo mai prodotto.
Anche la USS Missouri è stata ancora celebrata nel più recente Battleship.
Quindi l’idea di fare un film su una corazzata proprio quando l’ultima stava per essere pensionata è sicuramente stata una gran bella trovata.

Va detto che il successo del film è sicuramente meritato. Steven Seagal non è Bruce Willis, ma la presenza scenica non è male. Probabilmente sarebbe stato bello vederlo di più mettere in mostra le sue arti marziali, visto che è cintura nera di Aikido, ma è andata così. Sempre a differenza di Bruce Willis si nota molto anche il suo marchio di fabbrica: non perde mai, non si ferisce mai, non muore mai, cosa che sicuramente ha limitato la sua carriera. Assieme probabilmente alle tante accuse di violenze sessuali.

Come detto il coprotagonista Tommy Lee Jones alza sicuramente l’asticella qualitativa del film. Il suo William Strannix sembra effettivamente un pazzo furioso e trasmette un discreto senso di inquietudine. La performance non è purtroppo sostenuta dagli altri attori, che sembrano tutti affogare in un mare di mediocrità.

Il vero mattatore del film

La spalla di Ryback poi, la ragazza Janed Tate, è quasi completamente inutile, dato che per metà film fa l’oca, poi improvvisamente diventa più tosta e salva anche la vita a Ryback. Dato che di personaggi femminili su una nave militare praticamente non ce ne sono sarebbe stato carino fare un po’ di meglio. Ma almeno non è patetica.

Trappola in alto mare è un film d’azione ben realizzato, con delle belle esplosioni ed effetti speciali e una storia che tutto sommato sta in piedi. L’egocentrismo di Steven Seagal probabilmente lo ha danneggiato un po’, ma rimane uno film che tiene alta la tensione dall’inizio alla fine, così come è giusto che sia.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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