Non è facile per un franchise uscire dai cliché che ne hanno decretato il successo e Terminator non fa eccezione. Però dopo il deludente terzo capitolo era necessario inventarsi qualcosa di nuovo per dare nuova linfa ai robot assassini e ai ribelli del futuro. A mio avviso ci sono riusciti.
Chiedi a un qualsiasi appassionato di una serie e avrà sempre un episodio preferito. Nel caso di Terminator ci sono quelli a cui piace di più il primo episodio per via della sua originalità e artigianalità e quelli che sono innamorati del secondo, con la sua storia complessa e la trama dalle mille sfaccettature. Sicuramente però non troverete nessuno a cui piace le Macchine Ribelli. La mia opinione personale vede in ogni caso un posto speciale proprio per Terminator Salvation perché riesce ad andare molto oltre l’idea di base da cui tutto è partito.
Diciamo che gli ingredienti fondamentali di Terminator sono il paradosso che si crea a causa di uno o più individui che viaggiano a ritroso nel tempo e l’esistenza di una intelligenza artificiale, Skynet, che lotta per la propria sopravvivenza. A questi il Giorno del Giudizio, aggiunge la possibilità che i cyborg Terminator, in determinate condizioni, siano in grado di pensare in maniera simile a quella umana. Ora, uno può andare avanti a rimescolare questi ingredienti, oppure provare a fare qualche cambiamento.
Le complicate origini di Terminator Salvation
La genesi di Terminator Salvation è conseguenza della travagliata storia del franchise.
Nel 2003 Terminator 3 era stato prodotto dalla C2 Pictures che ne aveva acquisito i diritti. L’idea era di fare almeno due film, il primo nel momento in cui Skynet iniziava il suo attacco all’umanità e il secondo periodo immediatamente successivo. L’idea iniziale prevedeva addirittura l’impiego degli stessi attori. La C2 Pictures aveva intanto prodotto anche la prima serie delle Sarah Connor Chronicles.
Nel 2007 però il franchise venne acquisito dalla Halcyon Company che aveva in mente una nuova triologia. Dopo aver risolto alcune beghe legali con la Metro Goldwyn-Mayer riguardo la distribuzione il si riuscì finalmente a cominciare a lavorare.
Per la cronaca, malgrado il fatto che Terminator Salvation fu un successo al boxoffice riuscendo quasi a incassare il doppio del colossale budget da 200 milioni di dollari, la Halcyon Company fallì poco tempo dopo lasciando il franchise in un limbo da cui uscì solo diversi anni dopo.
Alla regia fu messo McG, fan della serie, e tra gli attori protagonisti furono scritturati Christian Bale e Sam Worthington,
Cosa succede nel futuro di Terminator Salvation
Tutto parte dai nostri tempi quando Marcus Wright, un condannato a morte, viene contattato dalla dottoressa Serena Kogan per la possibilità donare il suo corpo alla Cyberdyne per scopi scientifici.
Poco dopo veniamo catapultati dopo il giorno del giudizio, quando le macchine hanno preso il controllo di gran parte della Terra. La resistenza degli umani combatte in un mondo distrutto nella speranza di poterle sconfiggere e tornare a vivere. Nel frattempo le persone sono costrette a nascondersi per evitare di essere sterminate dai temibili T-600, cyborg grezzi, ma pur sempre efficaci.
Il leader più carismatico della resistenza è John Connor che ha dalla sua parte una conoscenza parziale del futuro grazie alle cassette lasciate da sua madre Sarah e la capacità di infondere speranza nelle persone, ma non trovandosi al vertice della gerarchia è costretto ad accettare le istruzioni dei superiori, che però puntualmente disattende.
Accadono però degli imprevisti.
Da una parte riappare Marcus Wright sottoforma di cyborg molto particolare che mette in crisi John Connor. Dall’altra la resistenza sembra aver scoperto un modo per riuscire ad attaccare e sconfiggere Skynet. Questi due elementi si combineranno in maniera mortale e il destino dell’umanità sarà nelle mani di pochi eroi.
Al di là degli esiti della trama è da sottolineare come a differenza dei primi tre Terminator non stiamo a parlare semplicemente di un gruppo di persone che lotta per la propria sopravvivenza e contemporaneamente per il bene dell’umanità. Questa volta la sfida è tra un John Connor finalmente adulto e difensore del genere umano e Skynet, l’intelligenza artificiale che lotta per la propria sopravvivenza.
Skynet questa volta è un personaggio vero e proprio che manipola e agisce per il raggiungimento del proprio scopo, senza limitarsi a mandare un proprio campione nel passato.
Nel bel mezzo di tutto questo c’è Marcus Wright che si crede umano, ma in realtà è mezzo macchina. Appartenendo ad entrambe le fazioni si ritrova in un ruolo ambiguo che faticherà ad accettare e che lo obbligherà a scegliere una parte tradendo l’altra.
Tutti i motivi per vedere questo film
La trama è a mio avviso il motivo maggiore per cui uno dovrebbe guardare Terminator Salvation. Ma bisogna vederlo senza pensare troppo a Terminator 2, perché altrimenti si pensa di assistere semplicemente ad una variazione sul tema.
Bisogna invece immergersi nell’ambientazione di un futuro in cui la speranza è appesa ad un film e in cui razze diverse lottano per la propria sopravvivenza.
Poi si tratta pur sempre di un film d’azione di grandissimo livello. I 200 milioni di budget si vedono tutti con degli effetti grafici di altissimo livello e trovate spettacolari. Christian Bale poi è il John Connor perfetto, completamente fuso con la sua determinazione del suo personaggio,
E le macchine! Qualcuno pensi alle macchine! I T-600 sono favolosi, cattivi, sporchi, terribili. Poi fa il suo cameo anche Arnold Schwarzenegger, seppure in versione completamente digitale.
L’unico momento non-sense è alla fine, quando Marcus Wright salva John Connor con una soluzione che può funzionare solo in un film ignorante. Mi chiedo ancora perché abbiamo preso quella decisione.
In sintesi quindi Terminator Salvation è un film d’azione futuristico di primissimo livello, sicuramente meno originale di T2, ma abbastanza diverso da non diventarne una copia e con degli elementi che fanno presa su chiunque. Da vedere assolutamente!!
1 commento