San Andreas, recensione

San Andreas, Recensione

Il disaster movie è un genere che non morirà mai perché la gente adora assistere alla distruzione del mondo. Specialmente quando si tratta di terremoti il divertimento è assicurato con palazzi che crollano, gente che muore in tutte le maniere, città distrutte. C’è qualcosa di perverso in tutto questo. Forse che uno accetta di buon grado di assistere ad una distruzione finta ben sapendo che a quella vera difficilmente potrebbe assistere e ancora meno sopravvivere. O forse siamo semplicemente attratti dalla morte. Penso che solo the The Rock conosce la risposta.

Vediamoci subito il trailer, che rappresenta abbastanza bene lo spirito con cui è stata realizzato questo disaster movie.

The Rock a San Andreas, ma non è GTA

Ovviamente la presenza di The Rock è alla base del marketing di questa pellicola. Dwayne Johnson è ormai diventato con pieno merito l’unico vero attore d’azione degli anni 2010 con la sua presenza fisica e una capacità recitativa superiore ad Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone. Ok, non è Robert de Niro, ma non è neanche così male.

In San Andreas lo vediamo interpretare un eroico pilota di elicotteri che nella scena iniziale salva una ragazza rimasta con la sua auto sul bordo di un precipizio e lo fa con una manovra impossibile. Dico impossibile perchè con la manovra a “cappello” mette di sbieco l’elicottero per infilarsi tra due strette pareti di roccia. Ammesso che sia possibile non si capisce come poi riesce a uscirne, forse tirando dei pugni all’aria, chi lo sa…

In ogni caso succede che la faglia di San Andreas si risveglia. Per chi non lo sapesse la famosissima faglia si trova in California ed è già stata oggetto di innumerevoli films perché è una sorta di bomba a orologeria. Per capirci, se dovessimo fare un film del genere in Italia lo ambienteremmo sicuramente sul Vesuvio o ai Campi Flegrei che perché sappiamo che prima o poi esploderanno.

Ovviamente trattandosi di disaster movie il riveglio della faglia prevede un disastro di proporzioni quasi planetarie e i nostri poveri personaggi si troveranno a lottare contro le immani forze della natura, con tsunami enormi, incendi e palazzi che si sbriciolano.

Tanti effetti, ma il resto non è poi così wow

Succede quasi naturalmente di dover fare il parallelo con quello che probabilmente è la pietra di paragone del genere, ovvero 2012 di Roland Emmerich. Già su quest’ultimo avevamo dei dubbi sulla solidità della trama e con San Andreas siamo addirittura ad un livello inferiore.

Malgrado il buon budget di 100 milioni e passa di dollari a tratti sembra di assistere ad un film per la televisione. Alcune sequenze sembrano inserite tanto per allungare il film (che arriva comunque a 114 minuti) e dopo la solita adrenalinica scena iniziale c’è una buona mezz’oretta dedicata a introdurre i vari personaggi che però rimangono abbastanza bidimensionali e volutamente limitati in una semplice ritrita situazione famigliare in cui la moglie ha lasciato il marito per mettersi con un riccone che ritiene migliore (salvo poi ovviamente ricredersi) e una figlia grandicella che li rivorrebbe insieme.

Ma a mio avviso il limite maggiore è che malgrado si stia assistendo ad un disastro che coinvolte come minimo tutta la costa ovest degli USA seguiamo solo ed esclusivamente le vicende di The Rock che invece compiere il suo dovere, mettendo le sue capacità e il suo elicottero al servizio del prossimo per salvare più vite possibili, si limita a salvare le due persone che compongono la  sua famiglia più altri due che si trovano a passare lì per caso. Sì, okay, salva anche qualcun’altro insegnando la regola del triangolo (ma esiste veramente?) per non farsi spiaccicare dalle macerie, ma è veramente poca roba.

Quello che voglio dire è che in 2012 assistiamo a un dramma della società mentre in San Andreas seguiamo The Rock che spacca i muri con i pugni. E il personaggio dello scienziato, narrativamente completamente isolato, serve solo a dare una parvenza scientifica, ma in definitiva è completamente utile solo come uccello del malaugurio.

Che dire? Se vi piacciono i terremoti, le tragedie, gli uragani e così via in San Andreas avete la possibilità di godervi delle belle scene di San Francisco distrutta con la computer grafica (da questo punto di vista niente da dire), ma non illudetevi di assistere ad un film in grado di coinvolgervi più di tanto dal punto di vista emotivo.

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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