Nel 1938 John W. Campbell, l’editore di Amazing Stories, scrisse uno dei racconti di riferimento del genere fantascientifico: Who Goes There? (in italiano La cosa dell’altro mondo). Nel 1951 Howard Hawks ne fece una prima trasposizione cinematografica e nel 1982 John Carpenter una seconda molto più inquietante.
La Cosa tra i ghiacci dell’Antartide
Un elemento importantissimo, l’antefatto alla base di tutta la storia, ci viene mostrato già nei titoli di testa del film. Una nave aliena, dalla classica forma di disco volante, si dirige, o forse precipita, verso la Terra, lasciando una lunga scia nell’atmosfera.
Successivamente ci troviamo nel 1982 in Antartide. Un elicottero vola sfiorando i ghiacci in quella che sembra una battuta di caccia al cane-lupo, un Husky per la precisione. Malgrado il cacciatore non risparmi i colpi non riesce ugualmente a colpire il cane che continua a correre in mezzo alla neve fino a giungere in prossimità di una base scientifica americana. Gli occupanti vengono messi all’erta dal rumore dell’elicottero e dagli spari e si precipitano fuori proprio quando il cacciatore tenta maldestramente di lanciare contro il lupo una granata, ma questa gli sfugge dalle mani distruggendo l’elicottero e uccidendone il pilota. Il cane nel frattempo ha trovato riparo tra i ricercatori, ma il cacciatore, un norvegese, non si da pace, urla quwlcosa di incomprensibile e comincia a sparare finché non viene colpito a sua volta da un colpo di pistola di uno degli americani.
La strana sequenza di eventi lascia tutti un po’ esterrefatti e dopo poco si decide di andare a vedere cosa è successo al campo norvegese. Ci vanno il leader MacReady (Kurt Russell) e Copper, ma trovano solo macerie, persone carbonizzate, una specie di sarcofago di ghiaccio e anche uno strano corpo a due teste che decidono di riportare alla base assieme alla documentazione che riescono a recuperare.
Una volta tornati viene effettuata l’autopsia dal biologo Blair che nel corpo deforme trova dei normali organi. Nel frattempo il cane, che fino a quel momento aveva girovagato liberamente per il campo, viene rinchiuso con i suoi simili dove un attimo dopo si trasforma in una creatura informe che aggredisce e uccide gli altri cani. I ricercatori, richiamati dai latrati, si trovano di fronte una scena sconcertante e decidono di porre fine all’abominio con un bel lanciafiamme, senza però riuscire ad impedire la fuga di una parte della Cosa.
Con una nuova analisi Blair stabilisce che si tratta di una creatura aliena in grado di imitare le forme di vita che incontra. Resosi conto che ciò rappresenta un pericolo mortale per tutta l’umanità decide di distruggere tutte le radio per isolare la base dal resto del mondo. Gli altri non la prendono tanto bene e lo rinchiudono nel magazzino. Analizzando i dati dei norvegesi si scopre che questi avevano svolto delle indagini in un luogo particolare e quindi si decide di andare a dare un’occhiata.
Arrivati sul posto trovano i resti di un enorme disco volante che i norvegesi avevano tentato di liberare dai ghiacci con dell’esplosivo, ma con l’unico risultato di distruggerlo. Trovano anche un fosso da cui era probabilmente stato estratta la Cosa. L’origine aliena è a questo punto più che sicura.
Tornati alla base decidono di isolare il cadavere della Cosa per evitare sorprese, ma proprio in questo frangente viene aggredito e ucciso uno dei ricercatori e la Cosa tenta di prenderne le sembianze. Fortunatamente gli altri si accorgono subito di quanto stava accadendo, ma a questo punto il dubbio che altri membri possano essere delle imitazioni rode la fiducia reciproca del gruppo.
Dopo una serie di misteriose uccisioni MacReady idea un test per individuare le copie, ovvero quella di prelevare un campione di sangue in cui immerge un filo metallico rovente. Questo test funziona perché il sangue della Cosa è parte della Cosa stessa e quindi dovrebbe avere una reazione difensiva di fronte al pericolo e infatti così è: Palmer è in realtà un’imitazione. La Cosa, messa alle strette, aggredisce anche Windows e MacReady brucia entrambi col lanciafiamme.
Stabilito che gli altri presenti sono umani rimane solo da controllare Blair, ancora rinchiuso nel magazzino. Ci vanno MacReady e due altri, ma si scopre che l’uomo non è più al suo posto e sotto al magazzino si scopre una caverna in cui la Cosa stava cercando di costruire una mini-astronave con pezzi recuperati dalla base, tanto che era anche saltato il generatore.
I superstiti decidono quindi di far saltare in aria tutta la base per impedire alla Cosa di fuggire o di ibernarsi per poi attaccare i futuri soccorritori. L’operazione riesce solo a metà e MacReady si trova ad affrontare una Cosa gigante che ha inglobato altri ricercatori, ma alla fine riesce a farla saltare in aria.
Alla fine rimangono solo lui e Childs, acciaccati e senza un vero riparo, col sospetto che l’altro non sia quello che dice di essere.
Effetti speciali visivi e tanta tensione
John Carpenter, rispetto alla versione di Howard Hawks, riporta la vicenda più vicino al racconto originale di Campbell. La Cosa torna quindi ad essere un mutaforma intelligente e spietato che impedisce ai membri della base di fidarsi uno dell’altro. Quindi, anche se la trama è quasi un sequel del racconto originale, il tema è affrontato in maniera eccellente.
Gli effetti speciali, a cura di Rob Bottino (nome favoloso) sono poi di ottima fattura considerando che stiamo parlando di un film del 1982 in cui il digitale doveva ancora arrivare. Quindi la Cosa, nelle sue varie trasformazioni, è stata realizza con maschere, trucchi e animatronics e in alcune scene in step-motion. Tutto questo, unito alla capacità di Carpenter di ricreare un’ambientazione claustrofobica, alla Alien insomma, e le musiche di Ennio Morricone, rende questo fanta-horror una delle pietre miliari della fantascienza cinematografica.
Sfortunatamente il film non ebbe un grande successo al botteghino, schiacciato dalla contemporanea uscita di E.T. di Steven Spielberg in cui per la prima volta l’alieno non era una creatura spaventosa, ma tenera e coccolona, anche se un po’ bruttina. Messi a confronto in quel momento storico La Cosa era un B-Movie degli anni ’50 e il pubblico decise quasi di snobbarlo. Solo negli anni successivi sarà rivalutato fino ad essere considerato un cult-movie. Troppo tardi però per fare un seguito per il quale Carpenter, nel 2004, affermava di avere anche un’idea di base. Alla fine però non se n’è mai fatto nulla.