Atomica Bionda, recensione

Atomica Bionda
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La fine degli anni ’80 sono stati un periodo particolarmente complicato dal punto di vista delle relazioni internazionali. Il Muro di Berlino stava scricchiolando, ed era solo un’avvisaglia di quello che stava per succedere al resto del mondo, della fine della guerra fredda. E in questo contesto si svolge Atomica Bionda, una storia di spie e traditori, un James Bond al femminile, tratto dalla graphic novel “The Coldest City“.

Una pericolosissima Atomica Bionda

È il 1989 e Berlino è la città più strana del mondo.

Un agente segreto inglese a Berlino Est, James Gascoigne, viene ucciso da un collega sovietico, Yuri Bakhtin, per un microfilm pieno dei nomi degli agenti attivi oltre la cortina di ferro.

Per recuperare il microfilm, che tra le altre cose contiene anche l’identità di Satchel, un agente doppiogiochista, viene inviata a Berlino Lorraine Broughton, un’agente segreto di altissimo livello dell’MI6, il servizio segreto inglese. Dopo aver dato salutato a colpi di gomito in faccia ad un paio di agenti russi, entra in contatto con David Percival, il capo settore dell’MI6 di Berlino. Questi sembra volerle più che altro mettere i bastoni tra le ruote, e nel delicato equilibrio che si crea tra i due vanno avanti le indagini.

Passando da Ovest e Est Lorrain conosce l’agente del KGB Aleksander Bremovych, anche lui alla ricerca della lista, e Delphine Lasalle, agente francese con cui ha una relazione lesbo, che sembra voler solo sopravvivere. Tutte queste relazioni non risparmiano però a Lorraine i colpi bassi di Percival, da cui si difende a colpi di pistola.

Alla fine tutta la situazione è un gran casino, non si capisce chi sta da quale parte, e la maggior parte dei personaggi muore, ma Lorraine ne esce viva.

Luci, sangue e atomiche bionde

Qualcuno ha definito Atomica Bionda come un John Wick al femminile e in effetti l’accostamento non è così sbagliato.

Charlize Theron, che abbiamo tanto apprezzato nel ruolo di Furiosa in Mad Max Fury Road, è una macchina assassina, che usa i pugni, esegue acrobazie e usa le pistole per ammazzare i cattivi senza pietà, per svolgere la sua missione e allo stesso tempo non infrangere la regola numero uno: rimanere vivi.

Il suo percorso attraverso una Berlino che non esiste più, fatta di luci al neon rosse e verdi, di filo spinato, di musica pop e di russi cattivi (di cui non ci stancheremo mai nei film ignoranti) è per certi versi simile a quello di John Wick, ma in un contesto alla James Bond ignorante. Forse possiamo dire alla Jason Bourne? Ma perché Atomica Bionda deve essere necessariamente accostato a qualcos’altro?

Luci e musica sono elementi fondamentali di questo film. La colonna sonora in particolare riprende tutta una serie di hit dell’epoca, anche se spesso sono quasi solo degli accenni, a volte anche un po’ estemporanei. A questo si aggiunge un sofisticato lavoro di scenografie e costumi che rende veramente realistico il passaggio da Berlino Ovest e Berlino Est. Si vede che c’erano un bel po’ di soldi a disposizione del regista.

Buono anche il livello di ignoranza, con scene di lotta sanguinolente al punto giusto, ossa rotte e teste spaccate, distribuite intelligentemente per tutta la durata del film, ma con un certo crescendo verso la fine. Charlize Theron si conferma adattissima a questo genere di ruoli, una quarantenne dalle nocche d’acciaio, che qui mette in mostra anche tutta la sua carica seduttrice, una vera bomba atomica bionda platino.

Se però dobbiamo cercare un difetto in Atomica Bionda la troviamo nella sceneggiatura. La trama in sé può anche starci, ma certi passaggi sono un po’ complicati da seguire ed è inevitabile il ricorso a Wikipedia dopo la visione per essere sicuri di aver capito bene. In particolare il finale a sorpresa viene spiegato talmente velocemente che non si capisce niente. Dedicare un minuto in più non avrebbe guastato. Va bene che la cosa importante sono le pallottole che fischiano, ma spiegare le cose con una rapida sequenza di inquadratura in stile messaggio subliminale è un po’ esagerato.

In ogni caso Atomica Bionda è un ottimo film. Meno estremo di John Wick, con cui condivide alcune atmosfere, ma con un intreccio e un protagonista decisamente più profondi. Merita sicuramente la visione.

 

Di Vincenzo Buttazzo

Lettore accanito di fantascienza, scrivo recensioni e brevi racconti che in alcune occasioni ho anche potuto vedere pubblicati.

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