Sono passati alcuni anni e Perseo è tornato a fare il pescatore. Ma non si può sfuggire per sempre al proprio destino e inevitabilmente l’eroe dovrà vestire nuovamente cappa e spada per affrontare il suo nemico più terribile: suo nonno Kronos.
In cima all’olimpo c’è una magica città
Dieci anni sono pochi nella vita di una divinità, ma sono molti per gli uomini e anche per Perseo che, dopo aver salvato il mondo dalla Furia dei Titani, ha deciso di tornare all’attività che era di suo padre adottivo: il semplice pescatore squattrinato. In questa sua seconda vita è accompagnato dal figlio Elio,
Tutto sembra tranquillo e pacifico, almeno fin quando fa la sua apparizione Zeus, padre di Perseo. Il capo dell’Olimpo gli spiega che le cose non vanno proprio bene. La mancanza di preghiere da parte degli uomini sta facendo vacillare il potere delle divinità. Non che la cosa lo turbi più di tanto, ma ha lo spiacevole effetto secondario di rendere poco sicuro il Tartaro, la prigione in cui sono imprigionati i Titani e altri mostri mitologici. Zeus dovrà farci un giro di perlustrazione con il suo poco raccomandabile fratello Ade, l’altro fratello Poseidone e suo figlio Ares, dio della guerra e della violenza, e quindi vorrebbe che lo accompagnasse anche Perseo, che però rifiuta.
In effetti però Zeus ci aveva visto giusto a voler un ulteriore accompagnatore, tanto che appena arrivato dalle parti del Tartaro viene attaccato a tradimento da Ares. Nel parapiglia Poseidone viene ferito, ma riesce a scappare, mentre Zeus è fatto prigioniero. Ade gli vuole risucchiare i poteri per donarli a Kronos, loro padre e appunto prigioniero del Tartaro. E già che c’è libera anche un po’ di mostri sulla terra.
Ovviamente un paio di questi finiscono dalle parti di Argo dove vive Perseo che è così costretto a riprendere in mano la sua spada e a fare l’eroe per proteggere il figlio. Finito di decapitare mostri decide di partire per l’Olimpo per lamentarsi col padre, ma trova solo Poseidone ferito, che gli muore davanti mentre lo incita a salvare Zeus, contando sull’aiuto di suo figlio Agemore. Perseo riesce subito a trovare lo stralunato cugino e insieme decidono di partire alla ricerca del dio caduto su un’isola misteriosa. Dopo una battaglia contro i ciclopi si scopre di essere sull’isola di Efesto che gentilmente spiega loro che Ade sta risvegliare Crono e che l’unico modo per sconfiggerlo è di usare la lancia della triade composta dal tridente di Poseidone, il forcone di Ade e la saetta di Zeus.
Seguiranno una serie di scontri con Ares, il voltafaccia di Ade che torna buono, Zeus che torna libero e forte e soprattutto la dura lotta contro Kronos, titanico mostro di lava.
La furia dei titani, una dura lotta per tutti
La produzione della Furia dei Titani ebbe inizio quando Scontro tra Titani non era ancora nelle sale. In realtà si potrebbe quasi pensare che ci troviamo di fronte ad un unico film diviso in due parti, tanto che personaggi e autori sono quasi gli stessi.
Malgrado il buon successo al box office del primo episodi la Furia dei Titani non ebbe altrettanto successo. La pellicola incassò comunque 300 milioni di dollari a livello mondiale, rispetto ai 150 impegnati per la realizzazione, quindi non fu un fallimento, ma lo scarso entusiasmo portò comunque la Warner e escludere la possibilità di un secondo sequel.
Il film si pone grosso modo sullo stesso livello del primo episodio da tutti i punti di vista. Probabilmente il livello degli effetti speciali è superiore, ma compensano in negativo le prestazioni degli attori.
Se da una parte Sam Worthington riesce a continuare a dare una credibilità a Perseo (malgrado i capelli ribelli), abbiamo il buon Liam Neeson che è uno Zeus sempre più improbabile, un po’ Odino e un po’ Mr. Bean, con gli occhi barrati e totalmente privo di fascino. Ma in generale i personaggi perdono di importanza lasciandosi andare in balia di una sceneggiatura che fatica molto nel tratto centrale.
Nota di merito per Kronos, fulcro della storia, ma ridotto a gigantesco pupazzo di lava. Però una lava bellissima! I movimenti al rallentatore, assolutamente corretti per via delle dimensioni enormi, sono verosimili e fanno sembrare il titano quello che uno si immagina, una forza ancestrale dominata dall’istinto. Peccato solo che non dica nulla dall’inizio alla fine, sarebbe stato interessante cosa ne pensava dalla condotta sessualmente intraprendente del figlio.
Rimane però il fatto che la Furia dei Titani è un film divertente, ottimo per una serata tra amici. Peccato per la trama insulsa, ma gli effetti non sono poi così male.