In un futuro distopico le fake news la fanno da padrone e i reality show violenti sono la valvola di sfogo della popolazione. In questo tritacarne mediatico ci finisce Ben Richards, che però saprà valere i suoi muscoli per tirarsi fuori da una situazione altrimenti piuttosto difficile.
Corri Arnold, corri!
Nel 2017 gli Stati Uniti non sono il paradiso delle libertà che tutti conosciamo, ma un paese in cui la popolazione è oppressa, privata di ogni forma culturale e anche piuttosto affamata. In questo mondo miserevole vive Ben Richards, un pilota militare a cui, durante un volo di pattuglia in elicottero, viene ordinato di aprire il fuoco su una folla che sta protestando per il cibo. Ben è abituato a molto schifo, ma di sparare a donne e bambini non ci pensa proprio. I suoi commilitoni, presenti sullo stesso elicottero, sono però di parere diverso e dopo una breve colluttazione Ben ha purtroppo la peggio e finisce ai lavori forzati, in un remoto campo di prigionia.
Qui, dopo alcuni mesi, assieme ad alcuni disgraziati come lui, riesce a organizzare una fuga. Non tutto va secondo il piano, ma alla fine lui e i suoi compari William Laughlin e Harold Weiss riguadagnano la libertà. Tornato a Los Angeles rifiuta l’offerta di unirsi alla “resistenza” che lotta contro il sistema e decide di recarsi a casa del fratello. Nell’appartamento trova però Amber Mendez, una giovane ragazza che gli racconta che il fratello è stato arrestato. Ben, privo di appoggi, decide che la cosa migliore è di allontanarsi il più possibile, dato che è ricercato per l’evasione, e obbliga Amber ad accompagnarlo all’aeroporto, e da lì alle Hawaii, dove la lascerà libera.
La ragazza non ha modo di opporsi, ma una volta arrivati all’imbarco si ribella, cosa che causa l’immediato intervento della polizia. E così Ben è di nuovo in arresto.
L’unico svago della popolazione oppressa del 2017 sono le trasmissioni televisive e in particolare il “Running Man”, condotto da Damon Killian, una specie di reality show in cui i concorrenti, che sono dei condannati, devono attraversare una serie di quartieri devastati da un terremoto di qualche anno prima. Se arrivano a destinazione avranno nuovamente la libertà, ma sul loro percorso troveranno gli “sterminatori”, che sono ovviamente dei sadici guerrieri super equipaggiati. Va da sé che sono ben pochi i concorrenti sopravvissuti, per la precisione tre, ma sono quelli che ora se la spassano su una qualche isola soleggiata.
Killian è alla ricerca di un nuovo concorrente all’altezza del gioco, quando in TV vede un reportage su Richards e ne rimane folgorato. Normalmente i prigionieri militari non sono a disposizione del Running Man, ma ma Killian ha gli strumenti per ottenere ciò che vuole.
Ben Richards viene quindi convocato e più o meno obbligato a partecipare. Lui rifiuta, ma viene convinto dal fatto che in cambio della sua partecipazione verranno liberati William e Harold, che nel frattempo erano stati arrestati.
Ben viene quindi messo sulla slitta che lo porterà nell’area di gioco. Ma giusto un momento prima gli viene svelato che anche William e Harold saranno della partita, cosa che ovviamente lo fa incazzare e promettere a Killian che lo tornerà a cercare.
Infine Killian, tanto per rendere il tutto ancora più coinvolgente per il pubblico, manda in onda un filmato contraffatto in cui si vede Ben uccidere volontariamente le persone in coda per il cibo, anzi, la rissa a bordo dell’elicottero sarebbe partita nel tentativo di fermarlo. Nel 2017 l’informazione non è molto affidabile.
I tre si ritrovano quindi nel gioco, dove incontrano quasi subito Sub-Zero, un grosso giapponese giocatore di hockey che è il primo sterminatore. I tre subiscono un po’ di colpi, ma poi Ben lo fa fuori strozzandolo con del filo spinato, cosa che lascia sbigottiti gli spettatori, abituati all’imbattibilità degli sterminatori.
Nel frattempo Amber, che casualmente lavora proprio negli stessi studi televisivi, scopre quasi per caso il video originale dei fatti dell’elicottero e capisce quindi che Ben era nel giusto quando diceva di essere innocente. Ma la ragazza non può fare grande uso di questa scoperta perché viene immediatamente arrestata. E Killian, tanto per non farsi mancare nulla, decide di mandare nel gioco anche la ragazza che ci mette poco a trovare la strada per aggregarsi al gruppetto.
Nel tentativo di farsi strada nel gioco Harold nota un’antenna parabolica e la stazione di trasmissione annessa. Il ragazzo è il genietto del gruppo e spiega che la resistenza è da tempo alla ricerca di una stazione del genere, che consentirebbe loro di ottenere il codice che a sua volta sarebbe usato per inserirsi nelle trasmissioni.
Ma nello stesso momento arrivano Buzzsaw e Dynamo e il gruppo si divide. Così Ben e William affrontano Buzzsaw, un motociclista pazzoide dotato di motosega. Lo sterminatore riesce ad uccidere William, prima di essere sua volta ucciso da Ben.
Intanto Harold ha il tempo di ottenere il codice della stazione e lo condivide con Amber. Arriva anche Dynamo, un baritono vestito da legionario romano dotato di led, che lancia fulmini dalle mani e che si sposta grazie ad un kart, e uccide Harold. Amber fugge e arriva in suo aiuto Ben che dopo essersi fatto inseguire riesce nell’intendo di ribaltare il kart. Ben ha la possibilità di uccidere Dynamo, ma non lo fa, perché lui non uccide le persone indifese.
Killian è piuttosto seccato da questo sterminio di sterminatori. Soprattutto è seccato dal fatto che improvvisamente il pubblico comincia a tifare per Richards. In uno stacco pubblicitario si mette quindi in comunicazione col concorrente, offrendogli un contratto da sterminatore, ma riceve solo un netto rifiuto. Il presentatore manda quindi in campo Fireball, dotato di jetpack volante e lanciafiamme, che però non ha più successo dei suoi colleghi e muore, ironicamente, in una palla di fuoco. In questa circostanza Ben e Amber scoprono anche i cadaveri dei tre presunti vincitori del gioco. In realtà è tutta una farsa, nessuno esce vivo.
Ben e Amber continuano la loro fuga, ma finiscono in una trappola. Per loro fortuna però è una trappola della resistenza, che accoglie i due tra le loro fila. Ben capisce subito che gli operativi della resistenza sono dei ragazzi di grande volontà, ma poca esperienza, e decide così di mettersi a loro disposizione come comandante.
Intanto Killian vorrebbe far scendere in campo il suo campione Captain Freedom, che in realtà si era ritirato qualche tempo prima. Questi però rifiuta sdegnatamente, non avendo intenzione di indossare un ridicolo costume, dato che lui è uno serio e il combattimento è per lui una cosa seria. Il presentatore decide quindi di falsificare il finale della puntata, trasmettendo una breve lotta in cui Captain Freedom uccide Amber e Ben. Ma sarà l’ultima cosa trasmessa.
Infatti Amber passa i codici ottenuti col sacrificio di Harold ai membri della resistenza, che come prima cosa mandano in onda il vero filmato della strage di innocenti, che Amber è riuscita a portare con sé. Quindi Ben passa all’azione e con un manipolo di guerriglieri assalta l’edificio della rete televisiva, avendo l’accortezza di far fuggire tutti gli ignari spettatori.
Durante la stessa azione Amber incrocia l’acciaccato Dynamo. L’uomo sembra poterla sopraffare, ma un colpo della pistola della ragazza fa scattare il sistema antincendio che causa la folgorazione dell’ultimo sterminatore.
Ed è il momento della vendetta per Ben su Killian. Il presentatore gode ancora della protezione della sua guardia del corpo Sven, che però lo pianta in asso. Così Ben lega Killian ad una delle slitte a razzo e lo lancia nell’area di gioco, dove però la rete che dovrebbe fermare la sua corsa non c’è, e quindi si schianta contro un cartellone, disintegrandosi in un’esplosione.
Bacio tra Ben e Amber. Sipario.
The Running Man, il classico film d’azione anni ’80
Anche se non si direbbe la storia del film si basa su quello dell’omonimo romanzo scritto da Richard Bachman, che poi non è altri che Steven King. Diciamo vagamente ispirato, dato che prende in considerazione solo alcuni elementi, facendo pulizia di tutti i temi che potevano essere un po’ di profondi.
Un grosso limite del film è stata infatti proprio la produzione fatta con tempi ridotti. A tal proposito lo stesso Arnold Schwarzenegger affermò che il film sarebbe stato migliore se alla regia non ci fosse stato Paul Glaser che ha dato troppa importanza all’aspetto dello show televisivo. Curiosamente il film non è neanche piaciuto a Steven King, un po’ per gli stessi motivi, e un po’ perché c’è Arnold come protagonista. Insomma The Running Man lascia molto a desiderare.
Il film di per sé non è in realtà troppo male. A quell’epoca, parliamo del 1987, Schwarzenegger aveva già girato il primo Terminator e stava inanellando una serie di film d’azione (Commando, Codice Magnum, Predator) tra cui questo.
Un mondo distopico, una città da attraversare… viene facile pensare a Fuga da New York e in effetti le analogie non sono poche, ma The Running Man porta con se anche delle tematiche originali che sono curiosamente attuali.
Il primo tema è quello dei reality show, che in questo caso sono portati all’estremo fino a diventare uno spettacolo snuff in cui le persone vengono torturate e uccise degli sterminatori. È in sorprendente che ci siano tutti gli elementi di questo tipo di prodotto televisivo che verrà prodotto realmente solo diversi anni dopo, con il pubblico che fa il tifo e le telecamere. Manca solo il confessionale.
Ancora più attuale il tema delle fake news e dei deep fake. La manipolazione del filmato di Ben Richards, l’accusa di strage nei suoi confronti, e la creazione dal nulla della sua uccisione per mano di Captain Freedom, il tutto fatto con tecnologie digitali, cosa ovviamente impossibile all’epoca, ma facilmente immaginabile. Ciò che distingue il film dalla nostra realtà è il fatto che nel primo queste tecnologie sembrano solo ad appannaggio del potente network televisivo con lo scopo di mantenere l’ordine costituito. Nel nostro presente la possibilità è invece data quasi a chiunque e con uno scopo molto meno chiaro. Interessante però.
Come detto prima un grosso limite del film è stata proprio la produzione. Da una parte abbiamo attori ben inseriti nel ruolo, per esempio Damon Killian interpretato dal conduttore professionista Richard Dawson. Abbiamo anche le danzatrici che si esibiscono durante la trasmissione che sono notevoli. E le varie scenografie in cui si svolgono le lotte, che per quando semplici, sono comunque usate bene.
Ma abbiamo anche una sceneggiatura che zoppica un po’, con degli evidenti buchi nella trama che vengono rammendati con una serie di coincidenze. Va bene che è una cosa tipica dei film d’azione anni ’80, ma oggi come ieri distingue un film ben fatto da uno prodotto un po’ frettolosamente, sfruttando l’attore di genere del momento e andando a distillare elementi da un romanzo.
The Running Man, un bel film, non eccezionale, che lascia un buon ricordo, ma che poteva essere molto più bello di quello che è stato.
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