Un viaggio nell’impossibile. Il giovane Kevin si aggrega a un gruppo di nani che rubano viaggiando nel tempo, incontrando così i miti della storia. Primo capitolo della triologia dell’immaginazione di Terry Gilliam, insieme a Brazil e il Barone di Munchausen.
Uno strampalato viaggio nel tempo
Kevin è un ragazzino appassionato di storia, che però vive in una famiglia in cui gli elettrodomestici, e in particolare la televisione, sono le massime priorità. Una sera però appare misteriosamente nella sua stanza un cavaliere con tanto di cavallo che fugge attraverso un muro che improvvisamente si è trasformato in una landa sconfinata. Kevin ne rimane spaventato, ma anche affascinato, tanto che la sera dopo si arma di torcia e Polaroid nel tentativo di scoprire qualcosa in più.
Dopo una mezza nottata passata insonne si palesano un gruppo di sei nani vestiti da avventurieri a cui in qualche modo riesce ad aggregarsi. I nani fuggono da un essere che si manifesta con la sola testa e che intima loro di fermarsi e arrendersi. Ma il gruppo si infila in una sorta di porta, e si ritrova in epoca napoleonica.
Qui incontrano proprio Napoleone in un momento di svago durante la battaglia di Castiglione, e i nani, con una serie di inganni facilitati dalla simpatia del conquistatore verso le persone più basse di lui, riescono prima a conquistarne la fiducia, tanto da essere nominati generali, e poi a derubarlo di tutto il suo tesoro, tra cui la Gioconda.
Dopo una fuga precipitosa attraverso una nuova porta si ritrovano nel medioevo. Randall, il capo di nani, a questo punto prende in simpatia Kevin e gli spiega che le porte che attraversano sono in realtà delle porte del tempo che trovano grazie all’ausilio della Mappa del Tempo. Questa mappa apparteneva al loro capo, l’Essere Supremo, e loro l’hanno presa come ricompensa per tanti anni di lavoro in cui hanno contribuito alla Creazione, dopo essere stati licenziati per aver creato l’orrendo “Baobab Rosso”. A sugellare la loro nuova amicizia Kevin scatta una foto con la Polaroid che continua a portarsi appresso.
Nel medioevo la compagnia incontra Robin Hood che in qualche modo li priva del tesoro per donarlo a i poveri. Randall non è molto contento e il rapporto con Kevin si incrina.
Contemporeaneamente Male, antagonista dell’Essere Supremo che l’ha imprigionato nella Fortezza delle Tenebre Eterne, trama per essere liberato e dalla distanza si impossessa della volontà di Og, uno dei nani, per convincerli a raggiungere la fortezza con l’esca di un fantomatico oggetto preziosissimo.
Il gruppo è un po’ scettico a riguardo, ma l’apparizione improvvisa dell’Essere Supremo induce una fuga precipitosa in cui Kevin finisce per separarsi dai nani. Il ragazzo riappare in mezzo alla battaglia tra Agamennone e il Minotauro finendo per aiutare involontariamente il primo che lo prende in simpatia fino a nominarlo suo figlio ed erede. Kevin è felicissimo, ma non passa molto tempo fino a che non fanno di nuovo la comparsa i nani che derubano il re miceneo e obbligano il ragazzo a venire con loro.
La compagnia è quindi a bordo del Titanic a godersi il nuovo tesoro. Kevin è arrabbiato con i nani per averlo sottratto ad Agamennone, ma ci pensa l’iceberg a peggiorare ulteriormente la situazione. Una volta a mollo nelle gelide acque atlantiche Randall decide di seguire l’idea di raggiungere la Fortezza e induce gli altri a seguirlo nel Tempo delle Leggende.
La compagnia si trova così in un altro mare e viene presa a bordo di un galeone condotto da un orco e da sua moglie. Ancora con l’inganno riescono a impossessarsi della nave e a navigare verso la terraferma. Dopo essere temporaneamente finiti con la nave in testa ad un gigante, si ritrovano a camminare per un deserto e proprio quando pensano di arrendersi e tornare indietro sbattono letteralmente contro una barriera invisibile. Al di là di essa si trova la fortezza.
Rotta la barriera ed entrati nel castello incontrano però Male che ha facilmente la meglio su di loro, li imprigiona in una gabbia sospesa e si impossessa della mappa.
Qui Kevin, consultando la mappa fotografata con la Polaroid, scopre l’abisso sotto di loro non è altro che un enorme portale. I nani si ingegnano quindi a fuggire, con l’aiuto determinante di Wally e Strutter. La compagnia riesce anche a reimpossessarsi della mappa, ma l’arrivo di Male, che trasforma Og in un maiale, li porta a una fuga precipitosa. Kevin e Og rimangono a prendere tempo, gli altri usano la mappa per trovare rinforzi.
Si arriva così allo scontro finale in cui i cinque nani tornano portando a supporto dei cowboy, degli arceri, dei cavalieri, un carro armato e una navicella spaziale. Ma contro Male non bast.a e anzi, questi riesce anche ad uccidere Figit. Ma quando tutto sembra perduto appare l’Essere Supremo che prima pietrifica il Male, poi lo fa esplodere, quindi ritrasforma Og in nano e risuscita Figit.
L’Essere Supremo svela loro che tutto quello che è accaduto era in realtà da lui previsto e organizzato per collaudare Male. Quindi decide di riprendere con se i nani e ordina loro di raccogliere tutti i pezzi di Male e metterli in un’apposita cassetta postale.
Un pezzo però sfugge loro e Kevin, rimasto da solo, viene avvolto dal fumo che il pezzo comincia ad emanare. Ma lo spavento dura poco e il ragazzo si risveglia nel suo letto, avvolto dal fumo di un incendio in casa. Per fortuna i pompieri sono già sul luogo e uno di loro, che ha le fattezze di Agamennone, lo porta in salvo. Kevin teme che sia stato tutto un sogno, ma in tasca trova le fotografie che confermano che è tutto vero. E proprio in quel momento i suoi genitori toccano il pezzo rimasto di Male ed esplodono.
I banditi del tempo
Il secondo film del membro americano dei Monty Python evidenzia come lo stile onirico del regista sia un marchio di fabbrica che poi lo accompagnerà anche negli anni seguenti.
La struttura del film è infatti per molti versi simile al successivo Barone di Munchausen, ovvero una sequenza di scene piuttosto slegate le une dalle altre in cui i personaggi si trovano ad affrontare una qualche tipo di sfida, per poi trovarsi in un modo o nell’altro al punto di partenza. Il tutto in un ambiguo rapporto tra realtà e sogno in cui tutto è possibile. Non per niente i due film vengono inseriti nela stessa Triologia dell’Immaginazione.
Nel complesso il film è reso interessante dai costumi, e volte composti da indovinate sovrapposizioni di stracci, e l’uso di diverse maschere ed effetti speciali, in un’epoca in cui questi erano ancora completamente realizzati a mano. Lo stile ricalca molto la produzione precedente per i Month Python. Mancano invece le tipiche animazioni di Gillian.
Ci sono diverse curiosità attorno alla produzione del film, come sempre nel caso di Terry Gilliam.
Il film è stato prodotto dalla HandMade Films, casa di produzione fondata da alcuni membri dei Month Python e dall’ex Beatles George Harrison. Gilliam in realtà aveva già in mente di realizzare Brazil, ma il manager Denis O’Brien non capiva il film e glielo bocciò. Gilliam decise quindi di ripiegare su una storia più tranquilla con un bambino come protagonista, accompagnato da dei nani per evitare di avere troppe differenze nelle altezze.
Harrison impegnò addirittura i suoi uffici per raggranellare i 5 milioni di dollari necessari alla produzione e, per quanto il film ebbe un certo successo al botteghino, la collaborazione con Gilliam fu piuttosto complicata per via del carattere duro dell’americano.
Curiosa anche la presenza di Sean Connery nel film. Nella sceneggiatura il ruolo di Agamennone era stato previsto per l’attore scozzese, ma il budget risicato rendeva molto remota la possibilità di averlo nel cast. Incredibilmente però Sean Connery collaborò. Ma non solo, il primo giorno di riprese, in Marocco e dalla gestione piuttosto confusionaria, Connery prese quasi il controllo delle operazioni per evitare di perdere troppo tempo sul set.
Il contratto di 14 giorni con Connery portò anche ad una modifica della sceneggiatura. Nella scena finale il gruppo di arceri doveva essere capitanato da Agamennone e poi era lo stesso personaggio a dover morire sotto la colonna. Ma dato che Sean non era più disponibile fu il personaggio di Figit a subire la cattiva sorte. Lo stesso Figit era interpretato da Kenny Baker, ovvero attore che faceva R2-D2 in Guerre Stellari.
Infine la scena più controversa è quella dell’esplosione dei genitori alla fine del film. Gilliam dovette lottare non poco per poterla inserire. La scena poi ebbe particolare apprezzamento tra i pù giovani.
Time Bandits è un film leggero e divertente, fatto di una sequenza di scene interessanti e con un ritmo abbastanza serrato. Non è paragonabile alla produzioni migliori di Tery Gilliam, ma merita comunque di essere visto.